Guida rapida
A
B
C
D
E
F
G
H
I
J
K
L
M
N
O
P
Q
R
S
T
U
V
W
Y
Z
Home
Storia
Storia antica
Storia greca
Biografie
Approfondimenti
Cronologia
Governanti
Atene
Sparta
Tebe
Argo
Corinto
Magna Grecia
Macedonia
Tirannidi
Glossario
Storia romana
Biografie
Approfondimenti
Cronologia
Governanti
Re di Roma
Consoli
Imperatori
Glossario
Storia ebraica
Biografie
Cronologia
Governanti
Giudici di Israele
Re di Israele fino a Salomone
Regno di Israele o di Samaria
Regno di IGiuda
Glossario
Storia della Mesopotamia
Biografie
Cronologia
Glossario
Storia persiana
Biografie
Cronologia
Achemenidi
Glossario
Storia bizantina
Biografie
Cronologia
Imperatori di Bisanzio
Glossario
Storia egiziana
Biografie
Cronologia
Glossario
Storia siriana
Biografie
Cronologia
Dinastia dei Seleucidi
Governatori romani
Glossario
Storia italiana
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia europea
Storia francese
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia spagnola
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia inglese
Biografie
Cronologia
Governanti
Glossario
Storia tedesca e austriaca
Biografie
Cronologia
Sacro Romano Impero
Glossario
Storia altri Paesi Europei
Belgio
Danimarca
Polonia
Portogallo
Ungheria
Storia della Chiesa
Biografie
Cronologia
Papi e Antipapi
Glossario
Pagine tematiche
Cronologia generale
Governanti
Famiglie
Città
Guerre
Popolazioni
Letteratura
Letteratura greca
Letteratura latina
Letteratura italiana
Letteratura spagnola
Letteratura francese
Letteratura inglese
Letteratura tedesca
Premi letterari
Mitologia
Dei, eroi ed altri personaggi
Le leggende di Tebe
Letteratura e mitologia
Teatro
Indice per autore
Indice per titolo
Cinema
Ricerca
Cronologia
Ricerca
Glossario
Licofrone
Alessandra
(Sintesi parziale)
Cassandra
, qui detta Alessandra dal nome del fratello
Alessandro-Paride
, ha ricevuto da
Apollo
il dono della precognizione ma avendo rifiutato l'amore del dio è stata condannata a non essere mai creduta.
Suo padre
Priamo
, tuttavia, ha incaricato un servo di sorvegliarla e di riferirgli tutte le sue profezie. La forma dell'opera consiste appunto nel racconto del servo che si apre sull'immagine di
Cassandra
all'alba, sulla vetta del monte Ate, ispirata ed invasata che prende a parlare rievocando la prima distruzione di
Troia
ad opera di
Eracle
.
Breve rievocazione di alcune imprese di
Eracle
(l'uccisione di un mostro marino, la lotta contro
Era
, uno scontro con
Zeus
del quale non si parla altrove, l'uccisione della mostruosa
Scilla
dominatrice dello stretto di
Sicilia
) ed accenna alla sua fine ("con l'inganno lo fece fuori un morto", alludendo al centauro
Nesso
che in punto di morte consegnò il proprio sangue velenoso a Deianira facendole credere che fosse un filtro d'amore). Quindi
Cassandra
parla della seconda distruzione di
Troia
che sarà una seconda volta in preda alle fiamme per mano degli
Eacidi
(
Epeo
,
Neottolemo
). A scatenare la guerra sarà la gelosia di
Enone
, moglie di
Paride
, che spingerà il figlio Corito a fomentare i
Greci
(questo particolare del mito è presente nel solo
Licofrone
) ed infine morirà suicida sul corpo ancora caldo del marito.
Nella distruzione sarà coinvolta anche la tomba di Dardano, nipote di Atlante, che un tempo nuotò "cucito in un otre" dalla Samotracia a
Troia
mentre
Zeus
scatenava un diluvio. La visione di
Cassandra
prosegue con l'immagine del pastore
Paride
che, abbandonate le stalle, si imbarca per rapire
Elena
, la cagna nata dal guscio d'uovo.
Qui
Elena
è definita "madre di due colombe", cioè
Ifigenia
nata da
Teseo
e
Ermione
figlia di
Menelao
, mentre nella tradizione omerica le è attribuita soltanto la maternità di
Ermione
.
Paride
troverà
Elena
intenta a sacrificare in onore delle
Baccanti
, la rapirà e si unirà a lei in un'isola dell'
Attica
governata dal mitico
Cecrope
, metà uomo e metà serpente, ma quell'amore durerà una sola notte.
L'azione di
Paride
provocherà lo sdegno di Proteo, il figlio di
Poseidone
che un tempo viaggiò dalla
Tracia
all'
Egitto
per chiedere aiuto al padre contro i figli che uccidevano i propri ospiti. Proteo, predice
Cassandra
, toglierà a
Paride
la "colomba infame". Qui
Licofrone
riprende parzialmente la versione del mito seguita da
Euripide
nell'
Elena
secondo la quale
Paride
ed
Elena
, durante la fuga, sostarono in
Egitto
, ma non segue tale versione riguardo all'immagine creata magicamente da Proteo per sostituire
Elena
.
Lussuriosa, baccante e poligama,
Elena
è donna dai cinque mariti:
Teseo
,
Paride
,
Menelao
,
Deifobo
,
Achille
.
Il riferimento a
Menelao
è occasione per una digressione sul mito di
Pelope
suo antenato. Ancora bambino
Pelope
fu ucciso fal padre
Tantalo
che servì le sue carni in un banchetto offerto agli dei.
Gli dei non toccarono quel cibo sacrilego con la sola eccezione di
Demetra
che, distratta dal suo dolore per il rapimento di
Persefone
, mangiò una spalla.
Zeus
fece risuscitare
Pelope
ricomponendo le parti del suo corpo e sostituendo la spalla mancante con una in avorio.
Dopo essere stato amato per qualche tempo da
Poseidone
,
Pelope
partecipò alla gara nuziale per
Ippodamia
. Si trattava di vincere nella corsa con i carri il padre di lei
Enomao
ma si veniva uccisi in caso di sconfitta.
Per vincere la gara
Pelope
corruppe
Mirtilo
, auriga di
Enomao
, convincendolo a sabotare il carro del padrone.
Pelope
vinse ed
Enomao
venne ucciso ma quando fu il momento di ricompensare
Mirtilo
concedendogli una notte con
Ippodamia
come era stato concordato,
Pelope
non mantenne la promessa ed uccise l'auriga.
Il quarto marito di
Elena
fu
Deifobo
, fratello di
Paride
, che la ottenne vincendo la gara indetta dal padre.
Quanto ad
Achille
lo si vede qui languire nel suo letto innamorato dell'immagine ingannevole di
Elena
.
Brevemente
Licofrone
accenna a vari particolari del mito di
Achille
:
che sposerà la femmina di Cita invasata per un ospite
, cioè
Medea
della quale
Achille
si innamorò dopo la morte nell'Isola dei Beati come racconta anche
Apollodoro
; figlio di
Peleo
che trasformò in uomini un esercito di formiche (in altri autori quest'azione non è compiuta da
Peleo
ma da suo padre
Eaco
); l'unico a salvarsi fra sette figli trasformati in cenere, riprendendo un mito secondo cui
Teti
, prima di partorire
Achille
, avrebbe avuto altri sei figli da
Peleo
e li avrebbe gettati nel fuoco nel tentativo di renderli immortali.
Dopo il rapimento di
Elena
,
Paride
tornerà in patria tirandosi dietro i
Greci
come uno sciame di vespe inferocite.
All'inizio dell'impresa si colloca l'episodio macabro di
Ifigenia
, figlia di
Agamennone
, sacrificata ai venti per propiziarli al viaggio, salvata in extremis da
Artemide
e divenuta sacerdotessa di sacrifici umani in Tauride.
Qui
Ifigenia
è definita
madre del serpente di Sciro
, con probabile riferimento alla versione del mito che considerava
Neottolemo
figlio di
Achille
e
Ifigenia
. Secondo lo stesso racconto
Achille
cercò a lungo ed inutilmente la fanciulla scomparsa.
I
Greci
confermeranno il loro giuramento in
Aulide
sacrificando a
Dioniso
ed il dio li ricompenserà impedendo a
Telefo
di uccidere
Achille
.
Si tratta di una particolare versione del mito, diversa da quella presente in altre fonti:
Telefo
difese la
Misia
dai
Greci
in transito verso
Troia
ma cadde duellando con
Achille
perché dei tralci di vite lo fecero inciampare.
Cassandra
maledice
Prili
figlio di
Ermes
per aver predetto la caduta di
Troia
(da notare che nel verso
non ti avesse mai Cadmo generato
non si allude al Cadmo padre di
Semele
ma a un nome alternativo di
Ermes
).
La veggente rimpiange che
Priamo
abbia salvato
Ecuba
gravida di
Paride
quando
Esaco
, interpretando un sogno, lo aveva avvertito che il nascituro avrebbe provocato la rovina di
Troia
.
Viene rievocata la leggenda di
Cicno
la cui morte è per
Licofrone
il primo evento della guerra di
Troia
. Discostandosi dalla narrazione di
Apollodoro
in diversi particolari,
Licofrone
dice
Cicno
ucciso insieme al figlio
Tenete
e alla figlia
Emitea
da
Achille
sull'isola di
Tenedo
.
Fra le vittime di questo episodio fu anche
Memnone
, un servo inviato da
Teti
ad avvertire
Achille
di non uccidere
Tenete
che in realtò era figlio di
Apollo
. Una profezia, infatti, avvisava che il destino di
Achille
sarebbe stato inevitabilmente segnato con la morte se e quando l'eroe avesse ucciso un figlio di
Apollo
.
Memnone
aveva dimenticato di svolgere il compito assegnatogli ed era stato ucciso da
Achille
quando questi aveva scoperto la sua negligenza.
Il lamento profetico di
Cassandra
passa ad annunciare la morte di
Ettore
che sarà ucciso da
Achille
qui paragonato ad una grande aquila che plana inesorabilmente sulla sua preda,
e spruzzerà di strage le paludi e il campo piano / come l'aratore / incide il suolo con un ampio squarcio
.
La drammaticità del tono di
Cassandra
aumenta ancora quando la profetessa passa a deprecare
Achille
per aver venduto le spoglie di
Ettore
a peso d'oro. In una versione del mito, infatti,
Priamo
pagava per il cadavere di
Ettore
una notevole quantità d'oro che in seguito gli veniva restituita dai
Greci
per il corpo di
Achille
.
L'enfasi della profezia porta
Cassandra
a distorcere l'immagine tradizionalmente eroica di
Achille
che qui è mostrato come un pavido che non ha disdegnato di vestirsi da donna per evitare la guerra, mentre il vero eroe è
Ettore
davanti al quale i
Greci
avevano più volte tremato ed erano più volte fuggiti.
Il vaticinio scandisce gli episodi della tragedia, episodi che dovranno inevitabilmente accadere perché la preveggenza di
Cassandra
è infallibile, e i verdi al futuro rendono più angoscioso il racconto trasmettendo un senso di cupa e lucida, ma impotente, consapevolezza.
Dovrà morire anche Troilo, il più giovane figlio di
Ecuba
, il "cucciolo" che sarà ucciso barbaramente da
Achille
innamorato di lui e respinto.
Moriranno i due "usignoli",
Laodice
e
Polissena
, la prima precipitata sul fondo di un crepaccio, la seconda sacrificata da Neottolemo in onore del defunto
Achille
. Nel crepaccio di
Laodice
moriranno anche
Cilla e il neonato Munippo
, appena partorito. Qui
Licofrone
si riferisce ad una rara versione del mito secondo cui
Cilla
, sorella di
Ecuba
o dello stesso
Priamo
, si univa a
Priamo
concependo
Munippo
. Quando
Esaco
predisse che un figlio nascituro del re avrebbe causato la rovina di
Troia
,
Priamo
sacrificò
Cilla
e il suo neonato salvando
Ecuba
e
Paride
.
Morirà anche
Ecuba
, lapidata sulla spiaggia, coperta da una "tunica di pietra" mentre si starà trasformando in cagna.
Morirà
Priamo
, spazzando con la chioma grigia il basamento dell'altare sul quale verrà ucciso.
Priamo
che aveva cambiato il suo nome quando, divenuto schiavo, era stato riscattato dalla sorella
Esione
in cambio del suo velo.
Priamo
dovrà morire quando
Antenore
il traditore e
Sinone
daranno il segnale per far uscire gli armati dal ventre del cavallo e far accorrere le navi nascoste a
Tenedo
.
Quanto a se stessa,
Cassandra
piange il destino che la vorrà violentata da
Aiace di Locri
, lei che avrebbe voluto rimanere vergine per tutta la vita. Non l'aiuterà
Atena
alla quale la giovane rivolgerà le sue disperate preghiere. Per la colpa di
Aiace
pagheranno molti
Greci
che non riusciranno a tornare in patria, i cui parenti piangeranno su urne vuote chi sarà perduto in mare.
Molti guerrieri infatti periranno durante il ritorno, molte navi affonderanno presso le coste dell'
Eubea
perché
Nauplio
ingannerà i naviganti accendendo dei fuochi nel buio per simulare un porto inesistente.
Lo stesso
Aiace
perirà in mare durante il viaggio di ritorno, dopo il naufragio
Poseidone
interverrà per aiutarlo ma poi, irritato dalla vanità di
Aiace
che si vanterà della propria forza, lo lascerà annegare.
Morirà anche
Fenice
, il vecchio protettore di
Achille
, e la sua tomba sarà in
Tracia
.
La rassegna dei
Greci
che non faranno ritorno continua con tre capi degli
Achei
:
Calcante
,
Idomeneo
e
Stenelo
che saranno sepolti nei pressi di
Colofone
.
Come predetto da un oracolo,
Calcante
morì quando fu superato in gara da un altro indovino.
Mopso
indovinò il numero esatto di fichi su un albero mentre
Calcante
sbagliò nel predire quanti porcellini sarebbero nati da una scrofa.
Idomeneo
era figlio di
Deucalione
, nella versione tradizionale tornava salvo a
Creta
.
Stenelo
era figlio di
Capaneo
, uno dei
Sette contro Tebe
.
Mopso
e il fratellastro
Anfiloco
(entrambi figli di
Manto
) si uccideranno reciprocamente in duello e saranno sepolti presso il fiume Piramo con le tombe disposte in modo che non possano vedersi neanche dopo la morte.
La profezia di
Cassandra
tratta da qui (v. 447) per una lunga sezione dell'opera i destini dei cinque eroi colonizzatori dell'isola di
Cipro
e dei miti ad essi collegati:
Teucro
,
Agapenore
,
Acamante
, Cefeo, Prassandro.
Teucro
è parente di
Cassandra
, per l'esattezza cugino in quanto figlio di
Esione
sorella di
Priamo
. Giungerà a
Cipro
dopo essere stato scacciato dal padre
Telamone
che lo accusa di non aver impedito la morte del fratello
Aiace
.
Per indicare l'isola di
Salamina
,
Licofrone
usa una sineddoche: "le grotte di
Cicreo
";
Cicreo
era figlio di
Poseidone
e predecessore di
Telamone
nel regno di
Salamina
.
Teucro
non riuscirà a convincere il padre che un guerriero forte e coraggioso come
Aiace
si sia suicidato e sarà cacciato lontano dalla patria. In questi versi viene citato anche
Trambelo
che secondo
Licofrone
era figlio di
Telamone
ed
Esione
come
Teucro
.
Esione era stata esposta ad un mostro marino inviato da Apollo e Poseidone perché il re Laomedonte, suo padre, non aveva pagato il compenso pattuito per la costruzione delle mura della città. Laomedonte aveva cercato di salvarla pretendendo che venissero sacrificate le figlie del nobile
Fenodamante
ma questi aveva convinto i concittadini che era più giusto esporre Esione figlia del re che era l'unico responsabile della situazione. Esione fu poi salvata da Eracle che le fece sposare Telamone.
Il secondo eroe giunto a colonizzare Cipro è Agapenore (figlio di Anceo re di Tegea che fu ucciso dal cinghiale di Eta), "un contadino della terraferma (l'Arcadia) di quella razza che si nutre di ghiande".
Agapenore estrarrà il rame dalle miniere di Cipro.
Il terzo eroe colonizzatore di Cipro è Acamante, figlio di Teseo. Laodice figlia di Priamo entrò non invitata nel suo letto e generarono Munita che morirà morso da una vipera durante una caccia mentre Laodice precipiterà viva nell'Ade durante la caduta di
Troia
.
Etra, madre di Teseo, alleverà Munito e lo riconsegnerà al padre la notte fatale. Etra fu fatta prigioniera dai Dioscuri quando liberarono Elena che era stata rapita da Teseo, i Gemelli in questa impresa conquistarono Afidna ma presero soltanto Etra.
Nominati i Dioscuri, Cassandra prega Zeus che la sua patria non venga attaccata da loro o dai loro cugini ed avversari Afaridi (Ida e Linceo) perché in questo caso le mura di
Troia
, benché opera divina, crollerebbero in un solo giorno nè il valore di Ettore basterebbe a difenderle.
Zeus fornirà un piccolo aiuto a
Troia
, prevede Cassandra, evitando appunto che le due terribili coppie di fratelli partecipino alla guerra, lo farà suscitando fra loro una lite. I Tindaridi rapiranno le figlie di Leucippo loro cugine e promesse spose degli Afaridi, seguirà uno scontro nel quale Ida ucciderà Castore e Polluce ucciderà Linceo.
Nell'esporre le vicende dei Dioscuri e degli Afaridi, Licofrone inserisce un inciso a proposito di Ettore per ricordare Protesilao, destinato a
inaugurare
la lancia dell'eroe troiano, fu infatti il primo caduto greco e la prima vittima di Ettore appena sbarcato a
Troia
.
Anche se Dioscuri e Afaridi non attaccheranno
Troia
il destino non potrà essere cambiato. Anio figlio di Apollo e suo sacerdote in Delo, infatti, informò i Greci che gli dei non avrebbero lasciato cadere
Troia
prima di dieci anni e li invitò a fermarsi sull'isola offrendo loro il necessario sostentamento in quanto le figlie Elais, Spermò e Enò, le Enotropi, avevano avuto da Dioniso il potere di trasformare qualsiasi cosa in olio, grano e vino, ma Agamennone non accettò e rapì le figlie di Anio per portarle con se a
Troia
.
Infine Cefeo e Prassandro, il primo dalla Laconia, l'altro dall'Acaia, saranno il quarto e il quinto colonizzatore di Cipro,
giungeranno non condottieri di una spedizione di popoli ma di origine oscura
. Conclusa la serie dei colonizzatori di Cipro, Cassandra passa a parlare del destino che attende Diomede. L'eroe subisce l'ira di Afrodite che egli è riuscito a ferire, tornaro ad Argo sua moglie Egialea e l'amante Comete tenteranno di ucciderlo, si salverà in un tempio di Era e lascerà la città. Giungerà in Italia dove combatterà contro i Messapi per il re Dauno ma questi a vittoria ottenuta non consegnerà le terre promesse.
A giudicare la disputa sarà chiamato Aleno fratello di Diomede che, innamorato della figlia di Dauno, dichiarerà perdente Diomede.
Adirato, l'eroe segnerà il confine della terra contesa con pietre portate da
Troia
che saranno inamovibili e scaglierà una maledizione: quella terra non dovrà più dar frutti se non coltivata dai suoi discendenti.
Diomede vedrà i suoi compagni tramutati in uccelli da Afrodite nutrirsi di uova di pesce e accettare bocconi dalle mani degli uomini, cercando - ed è immagine di struggente nostalgia - un riparo familiare dentro le pieghe dei vestiti greci.
I Beoti arriveranno alle isole Gimnesie (le Baleari) dove vivranno in miseria, nudi e scalzi. Impareranno a cacciare con la fionda e vivranno con le genti dell'Iberia presso la porta di Tartesso (Colonne d'Ercole, Gibilterra) rimpiangendo la lontana madre patria.
Da questo punto (v. 648) inizia il racconto del ritorno di Odisseo che occupa una parte significativa dell'opera (171 versi). Come altrove Licofrone procede facendo ampio uso di metafore, di attributi in luogo dei nomi e di rappresentazione dei personaggi tramite animali.
Il persorso di Odisseo è diverso da quello dell'opera omerica pur condividendo con questa diversi episodi. L'itinerario ha inizio dalle Sirti (costa della Libia), dalle quali Odisseo raggiunge il "canale tirrenico" (lo stretto di Messina) sede della mostruosa Scilla e delle
Sirene
definite
usignoli con gambe di Arpia
. Tutti i suoi compagni saranno dilaniati o moriranno fra strazi indicibili a causa di questi mostri, di Polifemo, dei Lestrigoni e di Circe che con i suoi filtri li muterà in maiali.
Si salverà solo Odisseo e visiterà
il campo tenebroso dove vagano i morti
per incontrare Tiresia l'indovino, verserà il sangue diuna vittima perattirare i defunti e ascolterà
la voce delle ombre, appena un soffio, un richiamo di bocche senza luce
.
Ormai privo di compagni Odisseo visiterà l'isola d'Ischia che poggia sul dorso dei Giganti e di Tifone. Supererà la tomba del pilota Baio, le sedi dei Cimmeri, l'Acherusio, l'Ossa e tutti i luoghi connessi all'oltretomba fino al lago Averno circondato dal Cocito e dallo Stige dove Zeus stabilì la sede dei giuramenti degli dei.
Lasciando il regno dei morti Odisseo consacrerà un elmo a Persefone e al suo sposo Ade.
Licofrone torna sulle
Sirene
, che le dice figlie dell'Acheloo e di
Melpomene
, e ne descrive il suicidio in mare quando Odisseo riesce a superarle illeso. I loro corpi vengono sepolti dove prendono terra portati dalle onde: Partenope alla foce del fiume Clanio dove sorgerà una città con il suo nome e più tardi Napoli, Leucosia giungerà al promontorio Enipeo (nel Golfo di Salerno) e il suo nome sarà ricordato in quello dell'isola di Licosa. Ligea sarà sepolta alla foce del fiume Ocinaro di fronte allo scoglio che prenderà il suo nome.
Nel suo delirio profetico, Cassandra cita altri episodi delle avventure di Odisseo: la tempesta, il naufragio, il soggiorno presso Calipso e la nuova partenza con una zattera improvvisata.
Il poeta sottolinea la scarsa abilità di Odisseo nel costruire il natante e in generale presenta il personaggio privandolo dei connotati eroici e intellettuali che gli conferiscono Omero e tutti i mitografi. Qui Odisseo è un uomo perseguitato dalla disgrazia, paragonato a un pulcino nelle mani di Poseidone che lo vuole ancora naufrago, del resto la zattera costruita così "alla buona" non poteva certamente reggere il mare.
Sprofonderà fra le onde, vagherà insonne sulle acque, si ferirà sugli scogli e a stento lo salverà il magico velo donatogli da Leucotea permettendogli di arrivare nell'isola dei Feaci. Qui, supplice e misero, griderà la sua pena e mentirà sulle ragioni del suo destino (Odisseo attribuisce le sue disavventure all'aver accecato Polifemo mentre per Cassandra è colpevole soprattutto della distruzione di
Troia
).
Anche il ritorno in patria sarà infelice per Odisseo: egli troverà la sua casa invasa dagli amanti della sua donna Penelope che qui diventa una vera prostituta che dilapida in banchetti tutti gli averi del marito.
Morirà vecchio e rugoso, ucciso dal figlio Telegono nato da Circe che non sapeva di avere. Sarà considerato profeta dal popolo degli Euritani nel cui paese un giorno sarà ucciso
Eracle
figlio di Alessandro Magno.
Circa sposerà Telemaco che poi la ucciderà e sarà a sua volta ucciso da Cassifone, figlia di Odisseo e di Circe.
La "piccola Odissea" compresa nell'opera si conclude con l'immagine di Odisseo che scende per la seconda volta nell'Ade, e questa volta sarà senza ritorno, senza mai aver avuto un giorno di serenità.
Si passa al ritorno di Menelao, viaggio durato otto anni per la ricerca di Elena che la guerra non è servita a restituire al marito. Licofrone accenna alla versione del mito per la quale a
Troia
non si trovava la vera Elena ma un fantasma con il suo aspetto. Nel suo viaggio Menelao vedrà le rupi sotto cui giace Tifone, l'isola di Cipro e altri luoghi mitici fra cui la tomba di
Adone
, nato da un albero e ucciso da un cinghiale per volontà delle Muse.
Menelao vedrà anche l'Etiopia e da questa sosta l'autore prende lo spunto per passare a Perseo che salvò, appunto in Etiopia, Andromeda figlia di Cefeo condannata ad essere divorata da un mostro marino per espiare la superbia della madre
Cassiopea
che pretendeva di essere più bella delle
Nereidi
.
Chiuso l'inciso su Perseo, Licofrone torna a Menelao che vedrà ancora il Nilo, quindi il promontorio Iapigio in Puglia dove offrirà doni al tempio di Atena, il golfo Lacinio dove presso il famoso santuario di Era Lacinia ogni anno le donne compiranno il rito del compianto di
Achille
.
Menelao arriverà in Sicilia, nella città di Erice e a
Trapani
, quindi all'isola d'Elba dove Giasone ormeggiò la nave Argo e gli Argonauti raschiarono dai loro corpi la polvere e il sudore che formarono macchie indelebili sulla spiaggia.
Degli Argonauti Cassandra ricorda il naufragio sugli scogli della Libia, la morte dell'indovino Mopso e la sua sepoltura, l'offerta di un tripode resa da Medea a
Tritone
. I Libici nascosero quel tripode perché
Tritone
aveva predetto che i Greci che lo avessero ripreso sarebbero divenuti padroni della loro terra.
Come Mopso moriranno in terra straniera i reduci di
Troia
Guneo
,
Protoo
e
Euripilo
.
Da Menelao si passa a
Filottete
che dopo la caduta di
Troia
si recherà nel Bruzio, vi fonderà colonie e dopo la sua morte sarà venerato come un dio dagli abitanti del luogo.
Filottete
possedeva l'arco donatogli da Eracle morente con il quale uccise Paride, sarà morso da un serpente durante il viaggio di andata a
Troia
[abbandonato per il fetore della ferita, poi recuperato da Odisseo e guarito da Podalirio].
Ad uccidere
Filottete
saranno gli Ausoni di Pellene perché cercherà di aiutare i
Rodii
comandati da
Tlepolemo
giunti in cerca di una terra da abitare.
Epeo
, il costruttore del cavallo di legno fatale ai
Troia
ni, giungerà a Lagaria (in Lucania). Il personaggio è descritto come un vile, la sua viltà è una punizione divina per il sacrilegio commesso dal padre Panopeo che aveva giurato il falso su Atena e Ares.
Panopeo lottò con il fratello Criso ancora nell'utero della madre, ma per lo spergiuro commesso mise al mondo un figlio codardo, ottimo pugile ma pessimo soldato, eppure utilissimo all'esercito per l'abilità manuale. Fonderà una città fra i fiumi Ciris e Cilistano (forse
Metaponto
) e qui, nel tempio di Atena, consacrerà gli attrezzi usati per fabbricare il cavallo di legno.
Le figlie di
Fenodamante
, consegnate da Laomedonte ad una ciurma di naviganti diretti in Sicilia per essere date in pasto agli squali, saranno salvate da Afrodite, raggiungeranno l'isola e dedicheranno un tempio alla dea.
Una di loro (
Egesta
) sposerà il dio fluviale Crimiso ed avrà un figlio (
Aceste
) che fonderà tre città (Egesta, Erice, Entella) e condurrà in Sicilia il figlio illegittimo di Anchise (Elimo, eponimo del popolo degli Elimi).
La città di Egesta sarà condannata a infinito dolore e il suo popolo condurrà una vita grama perennemente in lutto (si pensa che Licofrone si riferisca alla distruzione della città ad opera di Agatocle nel
307 a.C.
).
Molti esuli troiani si stabilirono presso il fiume Siri (oggi Sinni) dove si trova la tomba di Calcante (forse un cenotafio perché in precedenza l'autore ha indicato la sepoltura dell'indovino a
Colofone
). Fondarono Siris, città simile a
Troia
.
A Siris gli Achei faranno strage degli Ioni supplici ai piedi della statua di Atena che chiuderà gli occhi per non vedere quell'orrore. [Evidentemente gli Joni ai quali si riferisce Licofrone sono i coloni di
Colofone
sopraggiunti nel VII secolo a.C. e l'eccidio fu opera delle città di Metaponto, Sibari e Crotone (
530 a.C.
circa) preoccupate dalla crescente ricchezza di Siris]. Il mare porterà alle coste calabre (precisamente al promontorio Lino non identificato con certezza) anche Cleta, l'ancella di
Pentesilea
regina delle
Amazzoni
che mentre spirava uccisa da
Achille
fu colpita ad un occhio da
Tersite
.
Tersite
pagò questo gesto con la vita perché
Achille
, colpito dalla bellezza di
Pentesilea
, uccise anche lui con la sua lancia micidiale.
Cleta fonderà una città (Cleto identificata con Caulonia) e ne sarà regina. Quando vi giungeranno altri Achei diverranno schiavi ma in seguito distruggeranno la città con l'aiuto dei Crotoniati, anche Cleta morirà in combattimento ma non senza aver ucciso molti nemici.
Continua la rassegna degli Achei che dopo la guerra approderanno dove li porterà il mare: a Terina presso il fiume Ocinaro o sulle spiagge della Libia come
Nireo
e
Toante
. Questi ultimi saranno ancora sospinti dal vento in Epiro poi in Illiria, alla città di Pola dove vivranno insieme ai Colchi discendenti di quelli che inseguirono Medea fuggita con Giasone.
Ancora altri Achei approderanno all'isola di
Malta
, lambita dalle correnti africane, non lontana da Capo Pachino dove Odisseo dedicò un tempio ad Atena.
Ad Otrono (piccola isola dello Jonio presso Corcira) verrà ad abitare
Elefenore
esule dall'Eubea per aver involontariamente ucciso il nonno
Abante
. Per partecipare alla guerra di
Troia
, non potendo rientrare nel suo Paese, avrà chiamato i suoi compagni gridando dalla scogliera.
L'Erinni non gli permetterà di rientrare in patria prima di un anno, dovrà lottare contro mostri striscianti e fuggire ad Amanzia e più oltre in Caonia (Epiro).
In
Daunia
sarà sepolto
Podalirio
, figlio di
Asclepio
, e chi dormirà sulla sua tomba potrà ricevere responsi veritieri in sogno, mentre chi lo invocherà bagnandosi nelle acque del fiume Alteno potrà ancora guarire beneficiando della sua sapienza medica.
Un giorno i messi degli Etoli si recheranno in Daunia per reclamare i campi un tempo appartenuti a Diomede (che aveva profetizzato che quella terra non avrebbe più dato frutti se non coltivata dai suoi discendenti). Ma i feroci Apuli li seppelliranno vivi dando loro, in questo modo atroce, la terra richiesta.
I nipoti di
Naubolo
, dopo la guerra di
Troia
, giungeranno a Temesa sul Promontorio Ipponio e pieni di nostalgia per i luoghi della loro patria in Focide coltiveranno la terra del Bruzio.
Sugli scogli presso il fiume Crati sarà crocifissa la troiana
Setea
per aver incendiato le navi degli Achei che portavano lei e le sue compagne verso un destino di schiavitù e griderà di dolore per il suo corpo abbandonato agli avvoltoi. Altri Greci, dopo aver superato il Membleto e l'isola di Cerneate (luoghi non identificabili) arriveranno in Lucania. E molti altri piangeranno e sofriranno per la maledizione che li colpirà a causa dello stupro di Cassandra da parte di Aiace, neanche coloro che alla fine giungeranno a casa avranno motivo di ringraziare gli dei. Alcuni scopriranno di essere stati traditi dalle mogli per istigazione dello scaltro
Nauplio
, quel
Nauplio
che per vendicare la morte del figlio
Palamede
fece naufragare nella tempesta gli Achei con segnalazioni ingannevoli.
La morte di Agamennone viene descritta con particolare realismo e ricchezza di crudi particolari: nel bagno, avvolto in una rete e colpito al capo da una scure che farà spruzzare il tripode e il bacile con il suo cervello. Licofrone non nomina Agamennone (è troppo evidente che si tratti di lui) nè il suo assassino.
Cassandra vede se stessa a terra presso la vasca mentre la sua assassina fa scempio del suo corpo. Anche Clitemnestra non viene qui nominata direttamente: è la "vipera" folle di gelosia e di odio. L'anima di Cassandra, sposa-schiava, correrà per raggiungere il suo signore chiamandolo a gran voce senza che quello la possa sentire.
Cassandra prevede che nella Dauniale sarà consacrato un tempio e dedicato un culto. Le vergini che rifiuteranno nozze sgradite potranno appellarsi a lei abbracciando il suo simulacro, vestendo di nero come le Erinni, con le guance spalmate di unguenti magici.
Il sacrilegio di Aiace di Locri che violenta Cassandra nel tempio di Atena sarà espiato per mille anni dalle fanciulle locresi, due delle quali ogni anno dovranno recarsi a Troia per disposizione di un oracolo. Se incontreranno i Troiani saranno uccise, se riusciranno ad arrivare al tempio di Atena vi resteranno a servire per tutta la vita.
Ecuba, madre dolorosa, sarà ricordata per il cenotafio che Odisseo le innalzerà sul Pachino e perseguiterà con i suoi latrati notturni coloro che non onorano Ecate. Fedele di Ecate, Ecuba sarà tramutata in cagna, animale sacro alla dea, quindi toccherà in sorte ad Odisseo che sarà il primo a lanciare contro di lei il sasso della lapidazione. Per espiare questa colpa Odisseo costruirà in Sicilia il cenotafio e un tempio di Ecate.
Cassandra passa a parlare di Ettore le cui spoglie saranno condotte in Beozia, terra natale di Zeus che qui fu salvato da Rea che lo sostituì con una pietra per sottrarlo alla voracità di Crono che divorava tutti i suoi figli. A traslare in Beozia le ossa di Ettore dalla sepoltura originale a Ofrino nella Troade saranno i Tebani per scongiruare la peste, secondo l'indicazione dell'oracolo di Apollo.
La gloria di Ettore sarà per sempre celebrata dai capi dei Tebani ed egli abiterà nell'Isola dei Beati.