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Basilica Santuario di Santa Maria del Carmine Maggiore Napoli
La Basilica risale al
XIII secolo
, pesantemente modificata nei secoli successivi, in particolare nel XVIII quando furono aggiunti molti decori barocchi in marmo.
Prende il nome da un'icona che si è conservata, la Vergine Bruna, che secondo la tradizione fu portata a
Napoli
da alcuni monaci provenienti dal Monte Carmelo. Si ritiene tuttavia che l'icona si realizzazione di scuola toscana del
XIII secolo
.
Nella Basilica sono custodite anche le ossa di
Corradino di Svevia
che fu decapitato sulla piazza antistante il 29 ottobre
1268
insieme all'amico Federico d'
Austria
. I resti dei due giovani furono rinvenuti nel
1670
durante lavori di modifica della Vasilica e nel XIX secolo furono sistemate nel piedistallo del monumento a Corradino voluto da
Massimiliano II
di
Baviera
. Nel
1943
un coraggioso sacerdote riuscì a sviare le ricerche di un gruppo di soldati tedeschi che intendevano prelevare le ossa per portarle in
Germania
.
Ad un crocifisso di legno custodito nella chiesa e mostrato ai fedeli solo dal 26 dicembre al 2 gennaio di ogni anno è attribuito un miracolo: quando il 17 ottobre
1439
la palla di una bombarda di Pietro di
Castiglia
sfondò il tetto, il crocifisso, che si trovava nella sua traiettoria, avrebbe inclinato il capo per evitare il colpo.
Nei locali del convento annesso alla basilica il 16 luglio
1647
fu ucciso Masaniello al termine della sua parabola rivoluzionaria. Il suo corpo decapitato fu gettato in un fosso ma presto la devozione popolare richiese la riabilitazione del pescatore le cui spoglie furono tumulate nella basilica dove rimasero fino al
1799
quando vennero rimosse per volontà del re Ferdinando IV di Borbone, timoroso che la popolarità di Masaniello provocasse pericolose forme di idolatria.
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