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Giuseppe Manno



Nato ad Alghero il 17 marzo 1786 da una famiglia della piccola nobiltà locale, frequentò le scuole della sua città quindi studiò a Cagliari in un collegio poi all'Università dove si laureò in giurisprudenza nel 1804.
Colto e brillante, intraprese la carriera degli uffici pubblici e nel 1812 divenne sostituto dell'avvocato fiscale patrimoniale.
Iniziava intanto l'attività culturale collaborando al Foglio periodico di Sardegna ed entrò nell'ambiente di Carlo Felice vicerè di Sardegna che accompagnò in Piemonte giungendo a Torino nel 1817. A questa esperienza risalgono le Lettere di un sardo in Italia pubblicate postume nel 1933.
A Torino ottenne prestigiosi incarichi ed onorificenze e collaborò alla riforna che rimosse definitivamente dalla Sardegna le normative risalenti all'antico regime feudale dei baroni spagnoli.
Divenuto segretario privato di Carlo Felice nel 1821 e consigliere del Supremo Consiglio di Sardegna nel 1823, il Manno svolse un ruolo determinante nell'attività legislativa che portò nel 1827 alla pubblicazione delle Leggi civili e criminali del Regno di Sardegna che riformavano completamente l'ordinamento dell'isola.
Dal 1825 cominciò a pubblicare i volumi della Storia di Sardegna: il primo riguarda i periodi più antichi e quello romano, il secondo la storia sarda dalla diffusione del Cristianesimo a tutto il XIII secolo, il terzo il periodo spagnolo, il quarto quello sabaudo.
Nel 1828 Manno pubblicò De' vizi de' letterati, nel 1831 Della fortuna delle parole, nel 1834 il Saggio di alcune espressioni figurate e maniere di dire vivaci della barbara latinità.
Il 26 marzo 1834 fu nominato membro corrispondente dell'Accademia della Crusca. Il 14 ottobre 1845 Carlo Alberto lo nominò presidente del Senato di Nizza e il 2 novembre 1847 divenne presidente del Senato del Piemonte.
In quegli anni compose la Storia moderna della Sardegna dal 1773 al 1799, pubblicata nel 1842, che descrive le vicende storiche dell'isola dall'inizio del regno di Vittorio Amedeo III fino all'arrivo a Cagliari nel 1799 della corte sabauda in esilio.
Di posizioni decisamente conservetrici, dopo il 1848 si oppose ai liberali e a Cavour, dal 1849 al 1855 fu Presidente del Senato. Continuò la sua attività politica, sempre contrastando i governi liberali, fino al 1865 quando si ritirò dopo essersi opposto al trasferimento della capitale a Firenze.
Negli ultimi anni lavorò a Note sarde e ricordi. Morì a Torino il 25 gennaio 1868.


Riferimenti letteratura:
  • Giuseppe Manno - Storia di Sardegna




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