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Timoclea



La vicenda di Timoclea è narrata da Plutarco nella Vita di Alessandro e la critica moderna ritiene che l'episodio sia storicamente avvenuto.
Timoclea era una donna di Tebe, sorella di Teagene che era caduto comandando la falange tebana nella battaglia di Cheronea contro Filippo II re di Macedonia.
Quando Alessandro, dopo aver preso il potere nel 336 a.C., espugnò Tebe che si era ribellata e permise che le sue truppe saccheggiassero la città, Timoclea venne sorpresa nella sua abitazione e violentata da un ufficiale comandante dei Traci.
Quando l'uomo le ordinò di consegnargli l'oro che possedeva, Timoclea disse di averlo nascosto nel pozzo della casa e mentre quello si sporgeva per ispezionare il pozzo la donna lo spinse facendovelo cadere, quindi lo uccise lanciandogli molte pietre.
Condotta in catene di fronte ad Alessandro la donna narrò l'episodio ed affermò orgogliosamente di essere sorella di Teagene, nemico dei Macedoni.
Alessandro, colpito dalla dignità e dal coraggio di Timoclea, la fece liberare.


Riferimenti letteratura:
  • Plutarco - Alessandro e Cesare
  • Plutarco - Virtù delle donne
  • Giovanni Zonara - Storia del mondo



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