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Storia Italiana - Il Seicento



All'inizio del XVII secolo quattro importanti realtà italiane erano sotto il controllo spagnolo: la Sicilia, Napoli, la Sardegna e il ducato di Milano, inoltre quando nel 1557 Filippo II aveva ceduto a Cosimo I de' Medici i suoi territori in Toscana aveva conservato alla Spagna un gruppo di località costiere per assicurare alla sua marina approdi sicuri sul Tirreno, queste località costituivano lo Stato dei Presidi e rimasero sotto il governo del vicerè di Napoli fino al XVIII secolo.
Il resto della Penisola era fuori dal dominio spagnolo anche se la monarchia asburgica aveva certamente tutti i mezzi per intervenire quando la politica degli altri stati italiani non fosse stata di suo gradimento e riaffermare il proprio controllo di fatto sull'intera nazione.
Venezia era la più indipendente, controllava il Veneto e parte della Lombardia oltre ai suoi territori in Istria, Dalmazia e Grecia. In Piemonte la casa francese dei Savoia stabilì la propria capitale a Torino e cominciò a lavorare per assicurarsi l'intera regione che era occupata in parte dai principati di Saluzzo e del Monferrato, quest'ultimo sarà a lungo conteso con i Gonzaga di Mantova.
Genova pur disponendo di un territorio molto ridotto fioriva grazie ai ricchi commerci che intratteneva soprattutto con la Spagna. Milano era completamente sottoposta ai vicerè spagnoli che imponevano una pressione fiscale ai limiti del sopportabile.
In Toscana i Medici riuscivano a mantenere il controllo dell'intera regione e un certo grado di indipendenza dagli Spagnoli e nel 1569 Cosimo I aveva ottenuto dal papa Pio V il titolo di Granduca di Toscana.
Godendo dell'appoggio del cattolicissimo Filippo II d'Asburgo, la Chiesa aveva esteso il proprio potere all'intero Lazio, all'Umbria, Marche, Romagna, Emilia eliminando con poche eccezioni i piccoli stati che nei secoli precedenti erano esistiti in queste regioni.


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