Tribuno della plebe nel 63a.C., propose una legge agraria per la distribuzione dei terreni demaniale (soprattutto quelli dell'Agro Campano) ai veterani di Pompeo. Poiché o terreni disponibili non sarebbero bastati, se ne sarebbero dovuti acquistare altri con finanziamenti pubblici a carico delle province e dei contribuenti.
La proposta prevedeva la costituzione di una commissione di decemviri che dovevano organizzare l'attuazione della norma rimanendo in carica per cinque anni. Considerando che questi decemviri dovevano essere nominati per votazione popolare e non dal senato e che gli uomini di Pompeo avrebbero dovuto rivolgersi a loro per ottenere i terreni, si comprende che la proposta tendeva a contenere il potere di Pompeo e dell'aristocrazia senatoria. Dietro le quinte, infatti, pare che Giulio Cesare collaborasse con Rullo e che lo avesse aiutato a mettere a punto il progetto.
Contro Servilio Rullo si attivò Cicerone, che nel 63a.C. era in carica come console, e con quattro orazioni parzialmente pervenuteci costrinse il tribuno a ritirare la proposta che dunque non fu mai votata.