Nel terzo riquadro della volta della Cappella Sistina, Michelangelo dipinse il Sacrificio di Noè.
Al centro dell'affresco il patriarca è intento ad officiare il rito sacrificale subito dopo la discesa dall'arca, gli sono accanto la moglie e un'altra donna che cerca di allontanare il viso dal calore delle fiamme. In primo piano sono cinque personaggi addetti al servizio del sacrificio: uccidere gli animali, preparare la legna per il fuoco. Due montoni, un toro, un cavallo ed un elefante stanno per essere immolati per ringraziare il Signore ...
Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali mondi e di uccelli mondi e offrì olocausti sull'altare.
Il Signore ne odorò la soave fragranza e pensò: "Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno". (Genesi 8, 20-22).
Una parte a sinistra dell'affresco andò perduta per un cedimento dell'intonaco e fu ridipinta da Domenico Carnevali nel 1568.