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Ermia di Atarneo



Di umilissime origini (pare fosse uno schiavo) ebbe comunque modo di studiare in Atene con Platone e Aristotele diventando intimo amico di quest'ultimo.
Tornato in Atarneo collaborò con il tiranno Eubulo che morì nel 351 a.C. lasciando il potere a Ermia. Filippo II di Macedonia, interessato ad avere Ermia come alleato per la posizione strategica del suo territorio, inviò presso di lui Aristotele che dopo la morte di Platone era tornato in Macedonia.
Sotto l'influenza di Aristotele, Ermia mutò il suo stile di governo rinunciando al dispotismo che era stato del suo predecessore e in questo modo ottenne il consenso dei sudditi e di vicini e riuscì ad espandere i suoi domini. Quando Filippo, per fronteggiare le minacce degli Ateniesi sospese le sua attività in Asia Minore tradendo i suoi accordi con Ermia, questi fu catturato da un mercenario greco di nome Mentore che lo portò a Susa e lo consegnò ai Persiani.
Sotto tortura Ermia rifiutò di svelare quanto sapeva dei piani di Filippo II. Non tornò più a Atarneo e morì in Persia nel 341 a.C.
Aristotele tributò solenni onori alla memoria dell'amico e si impegnò a sposarne la figlia adottiva Pizia, come infatti fece intorno al 330 quando lei raggiunse l'età adatta al matrimonio.


Riferimenti letteratura:
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica




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