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Malacoda
Nell'Inferno dantesco Malacoda è un diavolo, capo del gruppo di diavoli che
Dante
e
Virgilio
incontrano nella quinta bolgia dell'ottavo cerchio.
Prevenendo l'aggressione dei diavoli,
Virgilio
chiede di parlare con uno di loro e viene scelto Malacoda. Con poche parole
Virgilio
spiega a Malacoda che il suo viaggio nell'Inferno si compie per volotà divina: la notizia turba Malacoda che lascia cadere il proprio arpione e ordina agli altri demoni di non colpire
Virgilio
. A questo punto
Virgilio
chiama
Dante
che fin qui ha assistito alla scena tenendosi nascosto tra le rocce, mentre Malacoda ripete ai diavoli l'ordine di non far del male ai visitatori.
Malacoda, che si esprime con un linguaggio forbito, comico in bocca a un simile personaggio, spiega che il ponte della sesta bolgia è crollato 1266 anni prima (il giorno della morte di
Cristo
), aggiunge, mentendo, che più avanti esiste un altro ponte ancora utilizzabile e offre ai due poeti la scorta dei suoi diavoli.
Dante
è inorridito mentre Malacoda chiama per nome dieci demoni e li incarica di scortare i suoi visitatori, ma
Virgilio
come sempre lo rassicura.
I dieci si dispongono a marciare facendo cenni a Barbariccia che guiderà il corteo e da parte sua Barbariccia risponde con un segnale volgare :
... ed elli avea del cul fatto trombetta
.
La figura di Malacoda, quella degli altri diavoli e l'intero episodio sono presentati in chiave comica con particolari grotteschi. Malacoda in particolare non viene descritto fisicamente ma è grottesco il suo atteggiamento da persona di alto rango e ridicolo è il suo modo di esprimersi.
Riferimenti letteratura:
Divina Commedia - Inferno
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