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Gualtiero di Palearia



Nobile abruzzese del XII secolo, fratello dei conti di Manoppello.
Nel 1199 divenne vescovo di Troia. Contrario all'elezione di Tancredi di Lecce come re di Sicilia, assediò Foggia, città fedele a Tancredi. Nel 1192 il clero di Troia, favorevole al nuovo re, espulse Gualtiero che raggiunse Enrico VI in Germania.
Nel 1194 rientrò in Italia con l'imperatore che lo nominò cancelliere del regno di Sicilia e membro del consiglio dei familiares; quindi Enrico VI tornò in Germania lasciando la reggenza alla moglie Costanza affiancata dai familiares.
Enrico VI morì nel 1197, Costanza nel 1198, la reggenza del regno di Sicilia per il minorenne Federico II andò al papa Innocenzo III e l'educazione del giovane fu affidata al consiglio dei familiares di cui Gualtiero era divenuto il membro più influente.
Nel 1200 Gualtiero fu nominato arcivescovo di Palermo ma Innocenzo III non confermò la nomina e Gualtiero, rimanendo arcivescovo di Troia, ebbe in via provvisoria l'amministrazione della diocesi palermitana.
Alleatosi con il conte Marcovaldo di Anweiler, Gualtiero offriva baronie e privilegi per procurarsi sostenitori, ma nel 1201 fu scomunicato dal papa e deposto da tutte le sue cariche. In quel periodo Manerio, fratello di Gualtiero, veniva nominato conte di Manoppello, mentre Gualtiero sperava ancora di vedere l'altro suo fratello, Gentile, sul trono di Sicilia. Nel 1203 i fratelli di Palearia si batterono a Canne, con l'aiuto di Diopoldo di Vohburg, contro il conte Guido Gualtieri III di Brienne e furono sconfitti.
Intanto il tedesco Guglielmo Capperoni si era impadronito del palazzo reale di Palermo e tratteneva il giovane Federico. Nel 1206 Gualtiero e Diopoldo liberarono Federico. Gualtiero fu perdonato dal papa che lo nominò arcivescovo di Catania e, di nuovo, cancelliere del regno.
Federico fu incoronato nel 1208 all'età di quattordici anni. Nel 1220 emanò una legge per recuperare tutti i beni della corona alienati negli ultimi tre decenni. Per Gualtiero di Palearia che per anni aveva donato terreni e privilegi senza alcuna moderazione fu la fine della carriera e della credibilità politica.
Fu inviato in oriente al comando di una flotta che doveva liberare i crociati assediati in Damietta. La missione fu un fallimento e Guglielmo fu esiliato da Federico e riparò a Venezia.
Il tentativo di riconciliazione di Federico con Gualtiero operato dal papa Onorio III non ebbe successo perché l'imperatore non perdonava all'ex consigliere di aver dilapidato randi ricchezze della corona.
Gualtiero morì presumibilmente a Venezia, intorno al 1229.


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