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Riferimenti Genealogici
Genitori:
Publio Licinio Valeriano
Egnazia Mariniana
Fratelli e sorelle:
Valeriano il giovane
Publio Licinio Egnazio Gallieno imperatore
Figlio di
Publio Licinio Valeriano
e di
Egnazia Mariniana
, quando il padre divenne imperatore nel
253 d.C.
fu associato al potere ed al sommo pontificato e gli fu affidato il governo di Occidente.
Nel
258
respinse un'invasione degli
Alemanni
ma per tutta la durata del suo principato fu assillato da incursioni barbariche ai confini dell'impero e da tentativi di usurpazione all'interno.
Nel
260
il governatore della
Pannonia
Ingenuo
si ribellò e si proclamò imperatore, ma Gallieno reagì prontamente inviando contro l'usurpatore le truppe stanziate in
Gallia
che lo sconfissero presso Mursa (Osijek - Croazia).
Ingenuo
morì in battaglia o scelse il suicidio per evitare di essere fatto prigioniero.
Nello stesso anno
Valeriano
, che combatteva in Oriente, cadde prigioniero dei
Persiani
e Gallieno rimase unico imperatore. In quel momento stava fronteggiando un nuovo tentativo di usurpazione da parte di
Regaliano
che si era fatto proclamare imperatore nella regione dell'alto corso del
Danubio
. Sulla conclusione di questa vicenda mancano notizie precise, sembra che
Regaliano
fu ucciso da un complotto dei suoi soldati.
Più grave fu la defezione del comandante delle legioni germaniche
Marco Cassiano Latinio Postumo
che arrivò alla secessione fondando "l'impero gallico" al quale si associarono, con i loro territori e le loro legioni, i governatori della
Britannia
e della
Spagna
.
A Gallieno non fu possibile intervenire contro
Postumo
perché le sue risorse erano impegnate su più fronti, contro gli
Alemanni
in
Europa
e contro le tribù berbere continuamente in rivolta nelle province africane.
Di fronte a questa situazione Gallieno comprese che era necessario procedere a riforme radicali dell'organizzazione militare, riforma che varò con la collaborazione del prefetto del pretorio
Lucio Petronio Tauro Volusiano
.
L'aspetto più importante riguardava la difesa dei confini: se i nemici riuscivano a superare le legioni stanziate lungo il "limes" ed a penetrare all'interno del territorio romano non trovavano altri ostacoli per le loro incursioni. Gallieno prelevò mille uomini da ogni legione e formò le "brigate" che collocò in punti strategici all'interno del territorio. A questi corpi scelti, che avevano il compito di difendere l'entroterra attaccando i barbari che fossero riusciti a superare il confine, furono affiancati efficienti reparti di cavalleria.
Per migliorare la qualità del suo esercito abolì l'usanza di far fare carriera ai giovani di rango senatorio al comando delle legioni riservando i ruoli strategici solo ad esperti ufficiali di condizione equestre. Fra i migliori ufficiali scelse i membri di uno stato maggiore (il corpo dei
Protectores
) che oltre a costituire la sua guardia del corpo doveva intervenire con grande rapidità nelle situazioni più pericolose.
Riformò anche le cariche civili e l'amministrazione statale aprendo a tutti i cittadini le cariche che fino ad allora erano tradizionalmente ricoperte dai liberti.
Fu tollerante in materia religiosa, interruppe le persecuzioni contro i Cristiani che non avevano mai portato a ristabilire l'unità religiosa come i suoi predecessori si erano augurati, tuttavia - come dimostrano episodi testimoniati da
Eusebio di Cesarea
- non legalizzò mai ufficialmente il
Cristianesimo
.
Prudente e realista, rinunciò ad ogni tentativo di liberare
Valeriano
e, come si è visto, di riannettere l'impero secessionista di
Postumo
.
Nel
261
il tesoriere dell'esercito
Macriano
ed il prefetto del pretorio
Ballista
riorganizzarono quanto rimaneva delle legioni di
Valeriano
sconfitte da
Sapore
e, con l'aiuto del principe di Palmyra
Odenato
, attaccarono i
Persiani
recuperando parte del bottino.
Forte di questo successo,
Macriano
fece proclamare augusti i suoi figli
Macriano
e
Quieto
ed anche in questo caso Gallieno non ebbe possibilità di reagire immeditamente perché impegnato contro gli
Alemanni
che avevano invaso l'
Italia Settentrionale
sui quali nel
261
ottenne una grande vittoria nei pressi di
Milano
. Quando i due Macriani armarono un esercito e marciarono verso l'
Italia
per abbattere Gallieno questi, molto astutamente, affidò il comando di tutte le forze romane disponibili nella regione ad
Odenato
ordinandogli di attaccare
Quieto
e di ucciderlo. I due Macriani furono affrontati e sconfitti da
Aureolo
in
Pannonia
e morirono in battaglia, il loro seguace
Mussio Emiliano
si proclamò imperatore in
Egitto
ma fu sconfitto da un esercito guidato personalmente da Gallieno.
Negli anni relativamente pacifici che seguirono, Gallieno amministrò l'impero e si dedicò allo studio della filosofia per la quale aveva sempre nutrito grande interesse.
La pace terminò nel
266
quando
Odenato
morì combattendo contro i
Goti
e la sua vedova
Zenobia
dichiarò il regno di Palmyra indipendente dall'impero romano. Morto
Odenato
i
Goti
invasero la
Grecia
devastando
Atene
,
Corinto
,
Argo
e
Sparta
senza che gli interventi di Gallieno riuscissero a fermarli.
Nel
268
, mentre Gallieno organizzava un grande esercito (si ritiene che intendesse riannettere l'impero secessionista delle Gallie) il generale
Aureolo
tradì e passò a
Postumo
. Gallieno lo assediò a
Milano
ma venne ucciso da un gruppo di ufficiali illirici.
Aureolo
tentò di farsi proclamare imperatore ma venne ucciso a sua volta.
Riferimenti letteratura:
Eusebio di Cesarea - Storia Ecclesiastica
Storia Augusta
Vedi anche:
Cronologia degli Imperatori Romani
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