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Lucio Apuleio



Si ritiene sia nato a Madaura, in Numidia, in base ad un verso dell'undicesimo canto delle Metamorfosi.
Nel De Magia (cap. 23 e 24) ci conferma che la sua famiglia era di condizione agiata, ancora nel De Magia e da alcuni frammenti si ricava che formò la sua istruzione ad Atene e che in Grecia venne introdotto ai riti misterici.
Sofista e conferenziere viaggiò a lungo nell'orbe greco-romano tenendo conferenze che sono, sia pure frammentariamente, testimoniate nei Florida, antologia dei suoi discorsi curata da mano a noi ignota.
Ci restano due sue brevi opere filosofiche:
Platone e la sua filosofia, sintesi di dottrina platonica e Il mondo, spiegazione scientifica e teologica del mondo forse derivata da un'ignota operetta greca. Si sa che si occupò di medicina e di storia naturale.
Morì, secondo alcuni, nel 167 d.C. , secondo altri nel 190. Nato fra il 120 ed il 125, intorno al 155 sposò la vedova Pudentilla, di qualche anno più anziana di lui.
Apuleio visse la sua più importante stagione letteraria durante il regno di Antonino Pio, epoca di grande stabilità politica ed economica venata, come sempre, da tensioni sotterranee delle quali lo scrittore si fa interprete in un suo modo particolare.
Il matrimonio con Pudentilla fu procurato e caldeggiato dai figlil di lei, Ponziano e Pudente, che - volendo la vedova risposarsi - cercarono nel vecchio amico Apuleio un patrigno da non temere eccessivamente quando sarebbe giunto il momento di dividere l'eredità della matrona.
Sicinio Ponziano intercettò Apuleio durante un viaggio della città di Oea (Tripoli), dove teneva conferenze, e lo ospitò per un periodo convincendolo infine a sposare la madre.
Il matrimonio provocò l'ira e la gelosia di alcuni parenti di Pudentilla (Sicinio Emiliano e Erennio Rufino, rispettivamente fratello del primo marito di Pudentilla e suocero di Ponziano) che vedendo sfumare le loro speranze di eredità cominciarono a macchinare contro Apuleio.
Morto Ponziano, le ostilità dei parenti portarono ad un processo per magia intentato contro Apuleio e svoltosi a Sabrata, sotto il proconsolato di Claudio Massimo.
L'accusa mossa da Sicinio Emiliano era quella di aver usato arti magiche per irretire Pudentilla. L'autodifesa di Apuleio (Pro se de magia) ci è giunta integra e viene pubblicata usualmente con il titolo De Magia.
Lungi dal negare la magia in se (per altro universalmente riconosciuta a quei tempi), Apuleio tende a dimostrare di non essersene mai occupato, soprattutto a fini malvagi.


Riferimenti letteratura:
  • Lucio Apuleio - Pro se - De magia
  • Agostino di Ippona - La città di Dio



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