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Riferimenti Genealogici

Genitori:
  • Nereo
  • Doride
    Fratelli e sorelle:
  • Erato
  • Climene
  • Doride
  • Beroe
  • Aretusa - Nereide
  • Galatea



    Nicolas Poussin, Aci e Galatea
    via Wikimedia Commons
    Nereide, figlia di Nereo e Doride (Theogonia, 247).
    Corteggiata dal ciclope Polifemo ed amata da Aci. Geloso e offeso il ciclope uccise Aci scagliandogli contro una grossa pietra, il giovane fu trasformato nel fiume che porta il suo nome e Galatea tornò in mare per ricongiungersi alle sorelle Nereidi.

    Breve approfondimento:
    Polifemo era figlio di Poseidone (Nettuno per i Romani) e questo forse è noto, ma chi era sua madre? Era una ninfa marina di nome Toosa, figlia di Forco e Ceto, anche loro divinità marine, insomma... tutta gente di mare che in Sicilia non stupisce.
    Un bel giorno, Toosa chiese a Polifemo di farle da guida sulla montagna prospiciente il mare per raccogliere dei fiori, in sua compagnia aveva un'altra ninfa marina, la bellissima Galatea e Polifemo se ne innamorò.
    Il poeta greco Teocrito, che ci racconta questa vicenda, ritrae il ciclope che dall'alto di una rupe canta una serenata verso il mare, sperando che Galatea l'ascolti... il povero ciclope era un tipo semplice e con le donne proprio non ci sapeva fare, pensate che paragonava il candore della pelle di lei a quello "del latte cagliato" e il fascino delle sue forme alla morbidezza di un agnello.
    Non contento di queste gaffes insisteva ammettendo di essere brutto, si, ma benestante: aveva mille pecore, tanto latte e i graticci del formaggio sempre pieni, quindi non capiva proprio perché Galatea non uscisse una buona volta dal mare (luogo noioso e soprattutto umido) e non andasse a vivere con lui nella sua caverna per essere sua sposa ed aiutarlo a fare il cacio.
    Ma Galatea aveva ben altro nel cuore, era infatti innamorata di Aci che era anche lui pastore ma a differenza di Polifemo era bellissimo.
    Quando Polifemo venne a sapere di avere un rivale in amore divenne pazzo per la gelosia e alla prima occasione perse le staffe e schiacciò il povero Aci sotto una pietra gigantesca che nessun uomo avrebbe mai potuto sollevare.
    Ora nei miti greci accade spesso che chi muore venga trasformato in qualcosa di diverso: una pianta, un animale, una stella ... si potrebbero citare centinaia di queste metamorfosi come fece il poeta latino Ovidio in una sua opera immortale.
    Il nostro Aci fu trasformato in un fiume in modo che gettandosi nel mare potesse ricongiungersi alla sua Galatea.
    Dalle parti del suo corpo smembrato dal masso nacquero altrettanti paesi (Aci Reale, Aci Castello, Aci Trezza, ecc.)


    Riferimenti letteratura:
  • Iliade
  • Esiodo - Teogonia
  • Igino - Fabulae
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Luciano di Samosata - Dialoghi marini, degli dei e delle cortigiane
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache
  • Metastasio - Galatea


    Vedi anche:
    Nereidi



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