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Fozio



Teologo bizantino, dall'857 fu patriarca di Costantinopoli, succedendo ad Ignazio che fu spodestato ed esiliato dall'imperatore Michele III. Al momento della nomina Fozio era laico, gran cancelliere di corte e governatore della città.
I legati pontifici inviati da Niccolò I per chiarire la situazione si lasciarono corrompere dall'imperatore e deposero in favore di Fozio ma furono disconosciuti dal papa che dichiarò deposto Fozio e reintegrato Ignazio. Dal canto Fozio suo adunò a Costantinopoli un concilio che scomunicò il papa e condannò la chiesa occidentale perchè afferma procedere lo Spirito Santo anche dal Figlio.
Nell'867 Michele III fu assassinato da Basilio che prese il potere, morì anche Niccolò I ed il nuovo papa Adriano II convocò un concilio a Costantinopoli che richiamò Ignazio sul seggio patriarcale. Ignazio morì poco dopo ed un nuovo concilio restituì il patriarcato a Fozio, poi ufficialmente riconosciuto da papa Giovanni VIII successore di Adriano II morto nell'872.
Nell'886 l'imperatore Leone VI, per motivi non del tutto chiari, depose di nuovo Fozio e lo sostituì con suo fratello Stefano I.
Scomunicato da papa Stefano VI, Fozio venne segregato in un monastero armeno dove trascorse il resto della vita lavorando alle sue opere e dove morì il 6 febbraio 893.
Dalle opere di Fozio si ricava che riveriva le Immagini in opposizione agli iconoclasti, venerava la memoria dei Padri della Chiesa e di molti pontefici romani.
Scrisse la Biblioteca, preziosa per le citazioni di antichi greci oggi perduti.



Riferimenti letteratura:
  • Fozio - Biblioteca




  • Indice sezione