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Cielo d'Alcamo



Poeta italiano del XIII secolo, visse forse alla corte siciliana di Federico II di Svevia.
Il nome, molto probabilmente inventato, è stato da alcuni interpretato come diminutivo di Michele (Michele - Cheli - Celi - Cielo) ma per altri il rimatore avrebbe scelto il nomignolo volgare e irriverente di Ciullo.
Autore del contrasto in dialetto siciliano intitolato Rosa fresca aulentissima, mimo giullaresco probabilmente composto per essere recitato, Cielo d'Alcamo fu evidentemente irriverente nei confronti della Scuola Siciliana e della poesia cortese.
Il protagonista del contrasto è un giullare che corteggia una giovane popolana la quale resiste al suo spasimante intrecciando un divertente scambio di battute ed infine cede alle insistenze di lui.
I riferimenti a numerosi componimenti della poesia cortese contenuti nell'opera dimostrano che l'autore era persona colta che scelse di scrivere in stile burlesco e popolare per ironia e non per ignoranza della "poesia alta" delle scuole letterarie più raffinate.


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