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Tre Capitoli



L'imperatore Giustiniano, che notoriamente accarezzava il progetto di restaurare un impero romano unico, doveva tener conto delle importanti dispute religiose dell'epoca ed in particolare dell'influenza di molti personaggi altolocati che simpatizzavano per l'eresia monofisita.
La dottrina monofisita era stata condannata nel concilio di Calcedonia del 451 ma i suoi seguaci non riconoscevano l'autorità di quel concilio. Non potendo annullare le delibere di un concilio svoltosi circa un secolo prima, Giustiniano con un suo editto del 545 dichiarò eretici tre teologi che avevano fornito le basi teoriche ai lavori di Calcedonia: Teodoreto di Ciro, Teodoro di Mopsuestia, Iba di Edessa, autori di altrettanti scritti che presero il nome di 'Tre Capitoli'.
Nel maggio del 553 si svolse il secondo concilio di Costantinopoli, indetto da Giustiniano perché confermasse la condanna dei Tre Capitoli e nel dicembre dello stesso anno il papa Vigilio venne imprigionato e costretto a sottoscrivere a sua volta la condanna.
Molte diocesi occidentali, tuttavia, non accettarono questo nuovo stato di cose e riunitisi in concilio ad Aquileia i loro vescovi respinsero le decisioni di Costantinopoli dichiarando di non riconoscere più l'autorità del pontefice.
Lo scisma così verificatosi, detto scisma tricapitolino, durò a lungo ed alcune diocesi dell'Italia Settentrionale si mantennero indipendenti dalla chiesa di Roma fino alla fine del settimo secolo.


Riferimenti letteratura:
  • Paolo Diacono - Storia dei Longobardi
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare




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