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Giovanni Mocenigo



Settantunesimo doge di Venezia dal 1478 al 1485.

Fratello di Pietro Mocenigo, fu eletto doge all'età di sessantanove anni il 18 maggio 1478, succedendo a Andrea Vendramin.
Continuava la guerra contro i Turchi che avevano di nuovo assediata Scutari, il 25 gennaio 1479 il doge firmò un trattato di pace che prevedeva dure condizioni per Venezia: la perdita di Scutari, di una parte dell'Albania, dell'Argolide e dell'Eubea oltre al pagamento di un pesante indennizzo.
Alla guerra seguì una nuova epidemia di peste che, tra gli altri, uccise Taddea Michiel moglie del doge.
Nel 1482 Venezia, alleatasi con lo Stato Pontificio, combattè contro il duca di Ferrara Ercole d'Este e il suo alleato Ferdinando I re di Napoli. Causa di questa guerra furono i tentativi degli Estensi di appropriarsi del Polesine, mentre Sisto IV era entrato nel conflitto per procurare un regno al nipote Girolamo Riario. Successivamente Sisto IV, considerando la potenza veneziana pericolosa per la vicinanza con il regno del nipote, passò allo schieramento inverso e colpì Venezia con la scomunica. Nonostante ciò i Veneziani sconfissero Ferraresi e Napoletani ed oppose l'appello di una commissione di giuristi alla bolla di scomunica. Il 7 agosto 1484 fu firmata la pace di Bagnolo in forza della quale veniva confermato il dominio della Repubblica sul Polesine.
Giovanni Mocenigo morì di peste il 14 settembre 1485 e fu sepolto nella chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo. Suo successore fu Marco Barbarigo.



Vedi anche:
  • Dogi di Venezia




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