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Svevi o Suebi



Popolo germanico originario della regione del Mar Baltico, nel secondo secolo a.C. migrarono verso sud ovest stanziandosi sulla riva destra del Reno, in quell'area della Germania Occidentale che da loro prese il nome di Svevia.
Nel primo secolo a.C., guidati da Ariovisto, oltrepassarono il Reno e tentarono di invadere la Gallia attaccando gli Edui. Furono fermati da Giulio Cesare che li sconfisse in una sanguinosa battaglia presso i monti Vosgi nel 58 a.C. respingendoli oltre il Reno.
I Suebi continuarono ad abitare in quelle regioni fino agli inizi del quinto secolo d.C. quando, penetrati in Gallia insieme ad Alani e Vandali, proseguirono verso ovest raggiungendo la Spagna sotto la guida del re Ermerico.
Nel 410 gli invasori stipularono un trattato con l'imperatore Onorio che riconobbe loro la condizione di federati e che, l'anno successivo, assegnò loro per sorteggio la Gallaecia (attuale Galizia, nel Portogallo settentrionale) mentre ai Vandali veniva concessa la Betica ed agli Alani la Lusitania.
Nei primi anni di questa situazione si svolsero combattimenti contro Visigoti e Vandali, il regno svevo di Galizia si consolidò nel 419 quando l'esercito romano inviato da Onorio costrinse i Vandali a rientrare nella Betica.
Negli anni fra il 439 ed il 448 Rechila, figlio di Ermerico, iniziò una serie di guerre di espansione che portò i Suebi a dominare quasi interamente la penisola iberica.
A Rechila successe Rechiaro il quale strinse alleanza con i Visigoti per completare la conquista della penisola.
Nel 456, insieme ai Vandali di Genserico, Rechiaro mosse alla conquista della provincia terraconense che allora apparteneva all'impero romano ma questa scelta comportò la rottura dell'alleanza con i Visigoti il cui re Teodorico II sconfisse gli Svevi e fece giustiziare Rechiaro.
Ne seguì una guerra di successione che terminò nel 463 con l'incoronazione di Remismondo, sostenuto da Teodorico II.
Durante il regno di Remismondo i Suebi proseguirono l'espansione occupando gran parte della Lusitania ma quando nel 466 Teodorico II venne ucciso dal fratello Eurico i Visigoti divennero ostili ai Suebi ed iniziarono contro di loro una violenta guerra che nel giro di pochi anni ridimensionò notevolmente il dominio svevo.
A causa dell'assenza delle fonti non è possibile ricostruire la storia dei Suebi da allora fino al 569 quando il re visigoto Leovigildo mosse nuovamente contro di loro. Il conflitto durò fino al 578 quando il re suebo Miro, dopo aver subito gravi perdite, fu costretto ad accettare le condizioni di pace del nemico.
Quando nel 568 il re dei Longobardi Alboino mosse alla conquista dell'Italia circa ventimila Sassoni lo seguirono e gli Svevi ne occuparono il territorio. Nel 573, venuti in contrasto con i Longobardi, quei Sassoni tornarono alle loro terre ma furono annientati dai Suebi.
Negli anni successivi Miro ed il suo successore Ebarico tentarono di schierare i Suebi (che si erano convertiti al Cattolicesimo) dalla parte di Ermenegildo, figlio cattolico e ribelle di Leovigildo. I Visigoti ariani, tuttavia, sconfissero di nuovo i Suebi ed Ebarico fu costretto a confermare la sottomissione del suo regno al nemico.
Ebarico venne assassinato nel 584 da Andeca e ciò fornì a Leovigildo il pretesto per attaccare di nuovo i Suebi. Nel 585 Andeca venne deposto ed il regno svevo fu ridotto a provincia del regno visigoto.


Riferimenti letteratura:
  • Aurelio Vittore - Vite degli Imperatori Romani
  • Giovanni Xifilino - Compendio di Dione Cassio
  • Paolo Diacono - Storia dei Longobardi
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare




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