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Peredeo



Guerriero gepido al seguito dei Longobardi di Alboino. Nel racconto di Paolo Diacono la regina Rosmunda cerca di coinvolgere Peredeo, che era uomo fortissimo, nel progetto di uccidere Alboino.
Peredeo rifiuta ma Rosmunda con un inganno si unisce a lui per poi ricattarlo e costringerlo così a partecipare alla congiura.
Peredeo infatti aiutò Rosmunda ed Elmichi a penetrare nell'appartemento di Alboino ed ucciderlo.
Ancora Paolo Diacono riferisce che successivamente Peredeo fu inviato a Costantinopoli dove dimostrò la sua incredibile forza uccidendo un leone con le nude mani. Ritenendolo pericoloso l'imperatore lo fece accecare ma Peredeo riuscì comunque ad uccidere due funzionari imperiali. Questi eventi, tuttavia, non sono confermati da alcuna altra fonte, mentre alcune cronache riportano che dopo la morte di Alboino Peredeo difese Milano contro il prefetto bizantino Longino che tentava di riconquistarla.
Peredeo comandò la difesa di Milano anche contro gli Ungheresi e infine perì in battaglia contro un nuovo esercito inviato da Bisanzio, intorno al 574.
Secondo Bernardino Corio Peredeo era figlio di Galvagno, signore di Milano e di Angera, discendente da Ubertino di Angera e quindi antenato della famiglia Visconti


Riferimenti letteratura:
  • Paolo Diacono - Storia dei Longobardi
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare




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