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Carcere Mamertino



Il più antico carcere romano, secondo Livio venne costruito sotto Anco Marzio. Il nome antico della prigione era Tullianum e probabilmente di riferiva alla presenza di una sorgente (tullus) mentre la denominazione di Carcere Mamertino risale al Medioevo. La più profonda delle due grotte che costituiscono il carcere, ricavata dalla cinta muraria più antica nei pressi del Campidoglio, risale al VII secolo a.C. mentre la seconda grotta, situata sopra la prima, fu realizzata in epoca repubblicana. Probabilmente il locale inferiore era in origine una cisterna destinata a conservare l'acqua della sorgente.
Orribile segreta nella quale i prigionieri si trovavano in condizioni inumane, fu il luogo deputato alle esecuzioni capitali (di solito per decapitazione o per strangolamento) di prigionieri di guerra e di confannati per reati politici, vi morirono fra gli altri Gaio Sempronio Gracco, Giugurta, Vercingetorige e Seiano.
L'attuale facciata in travertino fu aggiunta nel corso di un restauro eseguito intorno al 40 a.C. nascondendone una più antica in tufo. Le due celle, ora unite da una scale, erano collegate soltanto da una botola.
Secondo una leggenda medievale quasi certamente infondata in questo luogo fu imprigionato San Pietro che avrebbe utilizzato l'acqua della fonte per battezzare gli altri prigionieri. Intorno all'VIII secolo iniziò la venerazione cristiana del luofo e delle sue memorie, nel 1597 sopra il carcere si avviò la costruzione della Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami e nel 1726 la prigione stessa fu consacrata come San Pietro in Carcere.


Riferimenti letteratura:
  • Livio - Storia di Roma
  • Plutarco - Demostene e Cicerone




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