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Primo Concilio di Nicea - 325



Il primo concilio ecumenico della storia fu convocato nel 325 d.C. dall'imperatore Costantino. L'argomento più importante da discutere sul piano teologico e risolvere sul piano politico era il fenomeno dilagante delle eresie, in particolare quella di Ario, che minacciava di produrre gravi fratture nell'ambiente ecclesiastico e per riflesso nell'unità dell'impero.
Nel 321 il vescovo di Alessandria Alessandro aveva convocato un sinodo nella sua città che si era concluso con la scomunica di Ario, il quale si era rifugiato presso l'amico ed ex compagno di studi Eusebio di Nicomedia per continuare la sua opera di proselitismo.
A seconda delle fonti al Concilio di Nicea presero parte dai duecentoventi ai trecentodiciotto vescovi, è certo che la maggioranza proveniva da diocesi orientali, maggiormente coinvolte nella questione ariana. Il papa Silvestro I si fece rappresentare da due delegati.
In un clima molto teso, Ario ed Eusebio di Nicomedia descrissero le proprie tesi affermando apertamente di non credere nella divinità di Cristo, questa esposizione così diretta preoccupò anche i vescovi simpatizzanti dell'Arianesimo che finirono per votare contro Ario.
Eusebio di Cesarea propose una dichiarazione di fede poi detta Credo Niceno che affermava la consustanzialità del Padre e del Figlio: il Figlio è generato e non creato dal Padre e come il Padre è sempre esistito.
Venne ribadita la Verginità di Maria e condannata la dottrina ariana.
Vennero inoltre prese decisioni su argomenti liturgici e procedurali di minore portata ed infine il concilio si concluse il 25 luglio 325.
Le deliberazioni del concilio furono riepilogate nel Credo Niceno, il cui testo fu forse compilato dal vescovo Osio di Cordova rappresentante imperiale, e in venti canoni e furono diffuse da Costantino a tutti i vescovi con l'ordine di rispettarle, pena la destituzione e l'esilio.
Eusebio di Nicomedia fu esiliato in Gallia, Ario nell'Illirico e i suoi scritti vennero bruciati.
Nonostante le deliberazioni fossero state approvate quasi all'unanimità, l'Arianesimo continuò a diffondersi rapidamente nel mondo orientale ed in quello occidentale, soprattutto ad opera di Eusebio di Nicomedia e del suo discepoli Ulfila che lo divulgò fra i Goti.


I canoni del concilio di Nicea

1. Divieto di auto-castrazione per il clero. Chi ha subito la castrazione contro la sua volontà può essere ammesso nel clero.
2. Si stabilisce che trascorra del tempo fra la preparazione catechistica ed il battesimo e fra questo e l'ammissione al sacerdozio, contrariamente a quanto per vari motivi è accaduto in passato.
3. Divieto per il clero di tenere donne nella propria casa, ad eccezione della madre e di altre parenti strette.
4 Si stabilisce necessario per la nomina di un vescovo il consenso, anche scritto, di tutti i vescovi della provincia.
5. Obbligo per i vescovi di tenere due volte l'anno un sinodo provinciale per discutere i casi di scomunica e decidere quali scomunicati possano essere perdonati.
6. Conferma dei privilegi e delle precedenze per le chiese di Roma, Alessandria ed Antiochia. In queste province per la nomina del vescovo è necessario l'assenso del metropolita.
7. Conferma degli onori tradizionalmente tributati al vescovo di Gerusalemme.
8. Conferma della possibilità dei Catari di far parte del clero purché dichiarino per iscritto la loro completa adesione agli insegnamenti della Chiesa cattolica.
9. Non vengano riconosciuti coloro che sono stati nominati presbiteri senza aver sostenuto e superato il relativo esame.
10. Deposizione dei sacerdoti che abbiano rinnegato la fede cristiana durante le persecuzioni.
11. Prescrizione delle penitenze per coloro che si sono pentiti dopo aver rinnegato la propria fede.
12. Prescrizione delle penitenze per coloro che, dopo aver lasciato il mondo, vi sono ritornati.
13. Si somministrerà sempre la comunione a chi la chieda in punto di morte.
14. I catecumeni lapsi (che avevano rinnegato la fede durante le persecuzioni) dovranno rimanere per tre anni tra gli audientes prima di poter partecipare alla preghiera.
15. Divieto per vescovi, presbiteri e diaconi di trasferirsi in una città diversa da quella dove sono stati eletti.
16. Divieto di accogliere gli ecclesiastici provenienti da un'altra città in violazione al canone precedente.
17. Gli ecclesiastici colpevoli di usura saranno radiati dal clero.
18. Divieto per i diaconi di somministrare l'eucarestia agli ecclesiastici di rango superiore, di riceverla prima di loro, di prendere posto avanti o in mezzo a loro.
19. I seguaci di Paolo di Samosata che intendevano passare alla Chiesa cattolica dovevano essere di nuovo battezzati. Le diaconesse dovevano essere considerate a tutti gli effetti persone laiche.
20. Obbligo di pregare in piedi nei giorni di domenica e di Pentecoste.



Riferimenti letteratura:
  • Ludovico Antonio Muratori - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare




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