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Cappella Sistina



La Cappella Sistina, situata nella Città del Vaticano e oggi accessibile ai visitatori attraverso i Musei Vaticani, è la cappella del Palazzo Apostolico, la sede delle riunioni del conclave e di importanti cerimonie religiose ma soprattutto è il luogo che accoglie capolavori assoluti del Rinascimento e che con cinque milioni di visitatori ogni anno costituisce una delle più importanti attrazioni culturali e artistiche a Roma e in Italia.

L'edificio
Nel 1473 l'architetto Baccio Pontelli progettò la ricostruzione della Cappella Palatina, edificio medievale ormai fatiscente a causa di secoli di abbandono. I lavori ebbero inizio nel 1477 per volontà di papa Sisto IV (dal quale la nuova cappella prese il nome) e durarono fino al 1480. Furono utilizzate le fondamenta e i muri perimetrali opportunamente rinforzati del vecchio edificio che per il resto venne demolito. L'esterno è molto sobrio ed ha l'aspetto di una costruzione fortificata (non per niente Pontelli era un esperto di fortificazioni) che conserva memoria della sua origine medioevale in alcuni elementi come il camminamento delle guardie.

L'ambiente interno
L'ambiente della Cappella Sistina è costituito da un'unica navata le cui dimensioni possono già dare un'idea del lavoro ciclopico che fu necessario per affrescare le pareti e la volta: lunghezza 40,93 metri, larghezza 13,41 metri, altezza 20,70 metri.
In ciascuna delle pareti lunghe si aprono sei grandi finestroni. Il pavimento cosmatesco in marmo policromo comprende indicazioni per le soste delle processioni e per il posizionamento dei seggi dei partecipanti alle funzioni.
Una transenna in marmo decorata con rilievi divide la sala in due parti non uguali, nella zona più ampia oltre la transenna si tengono le riunioni del conclave.
Al di sotto dell'ambiente della cappella si trovano nove locali in cui è custodita parte della Collezione d'Arte Religiosa Moderna.

Gli affreschi sulle pareti laterali
Le pareti laterali della cappella furono affrescate fra il 1481 e il 1483 sotto Sisto IV. La fascia inferiore è decorata con finti tendaggi sui quali venivano applicati nelle grandi occasioni gli arazzi di Raffaello.
Nella fascia mediana, al di sotto dei finestroni, alcuni dei più importanti artisti del quattrocento realizzarono due serie di composizioni, le opere a destra guardando l'altare rappresentano momenti della vita di Mosè, quelle a sinistra momenti della vita di Cristo. Ciascuna opera di una seria è collegata da un nesso logico più o meno evidente a quella antistante sulla parete opposta.

Le singole composizioni sono le seguenti:

Parete di destra:
1) Viaggio di Mosè in Egitto del Perugino e del Pinturicchio
2) Episodi della vita di Mosè di Botticelli
3) Passaggio del Mar Rosso di Biagio di Antonio Tucci
4) Mosè sul Sinai e adorazione del vitello d'oro di Cosimo Rosselli
5) Punizione di Core, Dathan e Abiram di Botticelli
6) Ultimi atti della vita di Mosè di Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta

Parete di sinistra:
1) Battesimo di Cristo del Perugino e del Pinturicchio
2) Tentazioni di Cristo di Botticelli
3) Vocazione di Pietro e Andrea del Ghirlandaio
4) Discorso della Montagna e Guarigione del lebbroso del Rosselli con la collaborazione di Piero di Cosimo
5) Consegna delle chiavi del Perugino con l'aiuto del Signorelli
6) Ultima cena di Cosimo Rosselli

Provenienza immagine: dalla rete

La volta
Una delle più importanti opere pittoriche del mondo, fu commissionata da papa Giulio II a Michelangelo Buonarroti dopo una difficile trattativa durata circa due anni. I lavori ebbero inizio nel maggio 1509 e terminarono nell'ottobre 1512, quattro anni durante i quali Michelangelo dipinse oltre trecento figure comprese quelle dei profeti e delle sibille nei riquadri laterali e quelle degli Antenati di Cristo nelle vele e nelle lunette.

La parte centrale è divisa in undici sezioni di cui la prima e l'ultima rappresentano rispettivamente i profeti Zaccaria e Giona mente nelle altre Michelangelo dipinse Storie della Genesi:

- Separazione della luce dalle tenebre
- Creazione degli astri
- Separazione delle acque dalla terra
- Creazione di Adamo
- Creazione di Eva
- Peccato originale e cacciata dal Paradiso Terrestre
- Sacrificio di Noè
- Diluvio universale
- Ebbrezza di Noè

Nei Pennacchi, cioè nelle quattro aree triangolari agli angoli della volta:

- Il ritorno al campo degli Israeliti di Giuditta
- Uccisione del gigante Golia
- Il serpente di bronzo
- Punizione di Aman

Nei riquadri laterali sono dipinti i Veggenti, cioè i Profeti e la Sibille :

- Profeta Geremia
- Sibilla Persica
- Profeta Ezechiele
- Sibilla Eritrea
- Profeta Gioele
- Profeta Zaccaria
- Sibilla Delfica
- Profeta Isaia
- Sibilla Cumana
- Profeta Daniele
- Sibilla Libica
- Profeta Giona

Nelle lunette e vele cioè nelle aree sovrastanti i finestroni, sono dipinti gli Antenati di Cristo:

- Aminadab
- Salmon, Booz, Obeth
- Roboam, Abia
- Ozias, Ioatham, Achaz
- Zorobabel, Abiud, Eliachim
- Achim, Eliud
- Giacobbe, Giuseppe
- Eleazar, Mathan
- Azor, Sadoch
- Iosias, Iechonias, Salathiel
- Ezechias, Manasses, Amon
- Asa, Iosaphat, Ioram
- Iesse, Davide, Salomone
- Naasson

Il Giudizio Universale

Nel 1533, vent'anni dopo il completamento della volta, papa Clemente VII propose a Michelangelo di realizzare un grande affresco sulla parete dell'altare della Cappella Sistina. Michelangelo, dopo qualche esitazione, accettò e il contratto fu firmato nel 1534 ma a causa della morte del pontefice l'inizio dei lavori fu ritardato.
Nel 1536 Michelangelo realizzò i cartoni e nell'estate di quell'anno affrontò la parete, era papa Alessandro Farnese con il nome di Paolo III. L'opera richiese cinque anni di lavoro, si tratta di oltre quattrocento personaggi dipinti su 170 m2 di parete.
La struttura dell'affresco è complessa: al centro della parte superiore è la figura di Cristo che con sguardo severo ma sereno sembra dividere con il Suo gesto i beati dai peccatori destinati all'eterna dannazione. Alla Sua destra siede la Madonna e le due figure sono circondate da una corona di santi e anime beate.
Più in alto, nelle lunette, sono due gruppi di angeli: quelli di sinistra portano la croce, quelli di destra la colonna della flagellazione. Sotto gli angeli, alla stessa altezza del gruppo centrale, sono raffigurati numerosi santi fra cui S. Giovanni Battista, S. Andrea, Santa Caterina d'Alessandria, San Sebastiano.
Ancora più in basso un gruppo di beati, alla sinistra di chi guarda, nell'atto di salire verso il cielo; gli angeli dell'apocalisse al centro, a destra un gruppo di dannati che precipitano verso l'inferno.
Di dannati e di demoni è affollato il livello più basso e alla destra di chi guarda sono due scene ispirate alla Divina Commedia: Caronte che fa scendere le anime dei dannati dalla sua barca e Minosse che decide la destinazione finale dei peccatori.

Gli arazzi di Raffaello
Come si è detto il livello più basso delle pareti laterali della Cappella è decorato con finti tendaggi sui quali vengono applicati gli arazzi appositamente realizzati da Raffaello Sanzio in occasione delle cerimonie più importanti.
Gli arazzi furono commissionati nel 1514 da papa Leone X (Giovanni de'Medici) a Raffaello che ne realizzò i cartoni. La tessitura fu eseguita a Bruxelles nella bottega di Pieter van Aelst e furono consegnati in tempo per la celebrazione del natale 1519.
Sono dieci grandi opere (circa 5 metri per 3) divise in due gruppi: Storie di San Pietro e Storie di San Paolo. Appartengono al primo gruppo: Pesca miracolosa, Consegna delle chiavi, Punizione di Elima, Morte di Anania, Guarigione dello Storpio, mentre fanno parte del secondo: Predica di San Paolo, Sacrificio di Listra, Lapidazione di Santo Stefano, Conversione di Saulo, San Paolo in carcere.
Gli arazzi sono custoditi nei Musei Vaticani e vengono esposti a gruppi di sette alla volta per esigenze di conservazione.

Il grande restauro
Nel 1980 ebbe inizio il grande lavoro di restauro della volta e del Giudizio Universale. Si trattava di asportare dall'intera superficie degli affreschi la patina scura composta di grassi, fuliggine e polvere accumulatisi nei secoli ma anche dalle sostanze usate per i precedenti interventi di restauro, non tutti felici.
L'impresa fu guidata dal restauratore Gianluigi Colalucci e richiese quattordici anni, fino al 1994. Il risultato fu sorprendente perché tornarono alla luce i veri colori di Michelangelo che nessuno aveva mai potuto vedere da molto tempo.


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