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Alcmeone



Guidò gli Epigoni, figli dei sette eroi caduti combattendo contro Tebe. Della spedizione faceva parte suo padre Anfiarao. Alcmeone scoprì che il padre aveva partecipato alla guerra in cui perse la vita a causa degli intrighi di sua madre Erifile e giurò al padre morente di vendicarlo. Lo fece uccidendo Erifile, ma fu punito dalle Furie con la follia.
Durante gli eccessi della sua pazzia Alcmeone ripudiò la moglie Alfesibea che rimase innamorata e quando Alcmeone fu ucciso dai fratelli di lei, Alfesibea lo vendicò uccidendo a sua volta i propri fratelli.
A Tebe esisteva un culto eroico di Alcmeone.
Alcmeone è citato anche nel XV canto dell'Odisseaa proposito della successione genealogica che collega Melampo a Teoclimeno.
Erodoto racconta su Alcmeone un curioso aneddoto: invitato da Creso a Sardi ottenne di poter prendere quanto del tesoro del re sarebbe riuscito a portare via in una sola volta. Alcmeone indossò ampi coturni ed una tunica con una grande piega, quindi si gettò in un mucchio di polvere d'oro con la quale riempì i coturni, la piega della tunica, i capelli, le mani e perfino la bocca. La sua casata divenne così ricchissima e si dedicò ad allevare cavalli da quadriga.


Riferimenti letteratura:
  • Odissea
  • Pindaro - Pitiche
  • Erodoto - Storie
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Igino - Fabulae
  • Ovidio - Fasti
  • Ovidio - Metamorfosi
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Divina Commedia - Purgatorio


    Vedi anche:
  • Sette contro Tebe
  • Epigoni



  • Indice sezione