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Ara Pacis



Ara Pacis Rom
Ara Pacis
Di Manfred Heyde (Opera propria)
[CC-BY-SA-3.0 o GFDL], attraverso Wikimedia Commons

Altare della pace costruito a Roma al ritorno di Augusto (13 a.C.) vittorioso in Spagna contro i Cantabri.
Nel 1938 riunendone i frammenti è stato possibile ricostruire l?Ara Pacis.


Nel 13 a.C. Ottaviano Augusto rientrò a Roma dopo la campagna condotta in Spagna e Gallia fin dal 16 a.C. In quell'occasione, come ricorda lo stesso Augusto nelle note autobiografiche dette Res Gestae che lasciò in memoria delle proprie imprese, il Senato deliberò la costruzione di un altare dedicato alla pace: l'Ara Pacis.
Il monumento venne dedicato il 30 gennaio del 9 a.C., nel genetliaco di Livia Drusilla consorte dell'imperatore.
Significativa la scelta di dedicare un monumento alla pace, perfettamente coerente con la politica di Augusto che fece della pace e della religione due dei suoi più efficaci strumenti di propaganda.
Pace e religione sono infatti i temi raffigurati nelle decorazioni dell'Ara Pacis, opere di grande qualità che sono espressione del livello artistico raggiunto nell'epoca di Augusto.
Originariamente l'Ara Pacis fu costruita nel Campo Marzio dove i suoi frammenti furono rinvenuti in più lavori di scavo svoltisi nel corso dei secoli. Nel 1938 l'archeologo Giuseppe Moretti, coadiuvato da Guglielmo Gatti, ricostruì il monumento assemblando frammenti in vicinanza del Mausoleo di Augusto.

Durante il regno di Nerone furono aggiunte porte di chiusura e sotto Adriano fu costruito un secondo recinto in muratura per proteggere il monumento, tuttavia nel corso dei secoli le piene del Tevere, sollevando gradualmente il livello del suolo nel Campo Marzio, portarono al progressivo interramento dell'Ara Pacis.
Nel 1568 durante i lavori di modifica del Palazzo Fiano venne ritrovato un primo importante lotto di frammenti scultorei che fu acquistato dalla famiglia Medici e parzialmente trasferito a Firenze.
Altri frammenti furono trasferiti nei Musei Vaticani ed alcuni, fra cui l'immagine di Giulia, al Louvre di Parigi dove sono ancora (sul monumento è stato applicato il loro calco).
Altri elementi scoperti nel 1859 furono trasferiti al Museo Nazionale Romano.
Nel 1895 Eugenio Petersen riuscì a realizzare un primo disegno di quella che doveva essere l'Ara Pacis e a promuovere la ricerca delle parti ancora mancanti.
Una prima sessione di scavi sistematici svolta nel 1903 portò al rinvenimento di altri frammenti ed all'identificazione della pianta esatta dell'Ara Pacis, ma fu interrotta a causa di problemi di staticità dell'edificio sovrastante.
La disponibilità di procedimenti più avanzati permise nel 1937 di riprendere gli scavi dopo grandi lavori di consolidamento del Palazzo Fiano. Diresse i lavori Giuseppe Moretti che l'anno successivo coordinò, con la collaborazione di Guglielmo Gatti, la difficile ricostruzione del monumento nei pressi del Mausoleo di Augusto.

La Struttura

L'Ara Pacis è composta da un recinto rettangolare lungo 11,65 m. e largo 10,62 m. i cui lati, compreso il podio sul quale poggiano, sono alti 3,68 m. e sono decorati da pregevolissimi bassorilievi all'interno ed all'esterno.
Tremite rampe di nove gradini si raggiungono le due porte che si aprono sui lati più corti, all'interno si trova l'altare vero e proprio situato su una base a quattro gradini.

Decorazioni esterne

La parte inferiore delle decorazioni esterne è decorata a bassorilievo con un motivo di girali d'acanto. Questa decorazione è continua sui lati lunghi mentre sui lati corti, essendo interrotta dalle porte, è divisa in due pannelli.
Dal centro di ogni pannello si diparte uno stelo che si divide in due tralci che, a loro volta, sviluppano il motivo decorativo in modo simmetrico con girali e rosoni.
Arricchiscono la decorazione piccoli animali come lucertole, rane e serpenti seminascosti fra elementi vegetali (edera, uva, alloro) intrecciati all'acanto.
Questa decorazione naturalistica, di gusto ellenistico, voleva probabilmente rappresentare la fertilità delle terre ed il benessere che ne deriva quando la pace consente agli uomini di dedicarsi serenamente al lavoro, in linguaggio simbolico una felice età dell'oro che si aprima grazie alla Pax Romana.

La Processione

La parte superiore esterna dei lati più lunghi del recinto è decorata con la rappresentazione di due serie di personaggi in processione per l'inaugurazione dell'Ara nei quali sono stati identificati i membri della famiglia di Augusto e quelli dei principali collegi sacerdotali.
Nella prima parte del lato meridionale compaiono alcuni pontefici ed auguri di fronte ai quali apre la processione Augusto seguito dai Flamini di Marte, Giove, Quirino e del Divo Cesare.
Viene quindi Marco Vipsanio Agrippa con accanto il figlio Gaio Cesare bambino. Dietro di loro si trovano Livia Drusilla, Tiberio ed il fratello Druso con la moglie Antonia Minore ed il figlio Germanico.
Seguono Antonia Maggiore, Ottavia, Lucio Domizio Enobarbo, Domizia, Gneo Domizio Enobarbo.
Sul lato opposto: altre figure di sacerdoti, Lucio Cesare, Giulia figlia di Augusto, un ragazzo non sicuramente identificabile (forse un figlio di Agrippa e della prima moglie Marcella), Ottavia sorella di Augusto, Iullo Antonio, Marcella Maggiore.

Decorazioni superiori del lato orientale

A sinistra della porta raffigurazione della Tellus, la terra fertile, che riprende il tema dell'età dell'oro di cui si è detto a proposito delle decorazioni inferiori.
Il personaggio femminile, seduto su una roccia, tiene in braccio due bambini. Le sono accanto due ninfe, l'una seduta su un cigno (l'aria) e l'altra su un drago marino (l'acqua).

A destra della porta si trova una raffigurazione della Dea Roma seduta su un trofeo d'armi di cui sono stati rinvenuti soltanto pochi frammenti.

Decorazioni superiori del lato occidentale

A destra della porta Enea che sacrifica ai Penati. L'eroe è raffigurato nell'atto di versare la libagione sull'altare prima di sacrificare una scrofa. Alle sue spalle una figura parzialmente perduta rappresentava Iulo (Ascanio) figlio di Enea considerato capostipite della Gens Iulia.
A sinistra di Enea due personaggi che lo assistono nel sacrificio.

A sinistra della porta Ritrovamento di Romolo e Remo. Nei pochi frammenti rinvenuti di questo pannello Moretti identificò le figure del dio Marte (a sinistra) e del pastore Faustolo (a destra) con un albero spoglio sullo sfondo che forse rappresenta il fico ruminale.
Da questi elementi Moretti dedusse che la scena raffigurava il ritrovamento dei gemelli allattati dalla lupa che se il gruppo che rappresenta, appunto, la lupa ed i neonati è del tutto mancante.

Interno

Si riferivano certamente alle cerimonie sacrificali stabilite dal Senato per ogni anniversario dell'inaugurazione dell'Ara Pacis i festoni formati da frutta e foglie che ornano le pareti interne del recinto.
I festoni partono da crani di bue (bucrani) scolpiti alle loro estremità. Al centro di ogni festone si trova una patera, sorta di tazza che si usava durante i sacrifici per versare liquidi sull'altare o sul capo delle vittime.

Altare

Ai lati della mensa sacrificale si trovano sponde decorate fra figura di leoni alati. Sulle sponde sono rappresentate scene di sacrificio con personaggi che conducono gli animali ed una processione di vestali.


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