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Petra



Nel sesto libro della Naturalis Historia, Plinio parla di Petra come capitale dei Nabatei, situata in una vallata circondata da montagne invalicabili, all'incrocio fra importantissime strade commerciali.
La città si trova nell'attuale Giordania, nella regione montuosa di Edom, a nord del golfo di Aqaba, ad una quota di circa novecento metri sul livello del mare.
L'unica via di accesso attraverso le montagne che circondano il sito di Petra è una stretta gola lunga circa millecinquecento metri e profonda fino a duecento metri.
Le sepolture e le rovine di Petra sono tutte scavate nella roccia sedimentaria tipica della regione che presenta notevoli effetti cromatici con infinite sfumature dal bianco all'ocra ed al rosso vivo.
Esistono anche molti resti del complesso sistema di irrigazione che garantiva il rifornimento idrico agli abitanti. Cisterne per la raccolta e la conservazione dell'acqua piovana, un acquedotto per convogliare l'acqua di sorgenti lontane, canali di distribuzione, una fontana.
La disponibilità di acqua così raggiunta consentì ai Nabatei di dedicarsi anche ad attività agricole e di allevamento, situazione praticamente straordinaria se si considera la natura desertica della regione.
Le tracce dei più antichi insediamenti umani nella zona appartengono al neolitico ed all'età del ferro. Dalla fine dell'VIII secolo a.C. gli Edomiti si insediarono sulle colline adiacenti costruendovi una piccola città . Gli Edomiti furono progressivamente allontanati dalla regione dall'arrivo dei Nabatei a partire ad VI e dal V secolo a.C.
La fondazione di Petra, o almeno la definizione dell'assetto della città che ci è possibile ricostruire dal materiale archeologico, dovette svolgersi nel IV secolo a.C. durante il quale la città raggiunse dimensioni considerevoli e cominciò ad affermarsi come centro commerciale ed artigianale.
Nei secoli successivi i Nabatei furono in guerra con i Seleucidi i Giudei e con i Parti, nel I secolo a.C. si dichiararono clienti del popolo romano e fu durante il periodo romano, sotto il regno di Areta IV (9 - 9 d.C.) che Petra raggiunse il massimo splendore. Vi abitavano almeno trentamila persone, cifra considerevole per l'epoca e la regione, e prosperava grazie al florido commercio, in particolare quello dell'incenso, sulla via per lo Yemen, la Giudea, la Siria, l'Egitto.
Il regno Nabateo fu annesso pacificamente all'impero romano nel 106 dopo la morte dell'ultimo re Rabbell II e Petra, inserita nella nuova provincia romana dell'Arabia Petrea, divenne alcuni anni dopo una base militare romana contro i Parti. I Romani tuttavia preferirono deviare altrove i traffici commerciali, ciò comportò un rapido ridimensionamento demografico e politico di Petra.
L'ultima, definitiva spinta alla spopolamento della città venne da un terremoto del 363 che arrecò gravissimi danni agli edifici ed ai monumenti.
Fra il IV ed il VI secolo la città fu interessata dalla conversione al Cristianesimo dei Nabatei, come testimoniano i resti di alcune chiese e le sepolture cristiane. Al momento della conquista islamica, intorno al 630, la città era quasi deserta. Durante la prima Crociata fu riconquistata dai Cristiani e poi di nuovo da Saladino nel 1189.
Abbandonate per secoli, le rovine di Petra furono riscoperte nel 1812 dall'esploratore svizzero Johann Ludwig Bruckhardt.
Il 6 dicembre 1985 l'Unesco ha dichiarato il sito archeologico di Petra patrimonio dell'umanità ed un sondaggio del 2007 lo ha fatto classificare fra le sette meraviglie del mondo moderno.


Riferimenti letteratura:
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche
  • Plinio il Vecchio - Storia Naturale




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