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Secondo libro dei Maccabei



SINTESI

Il secondo libro dei Maccabei, ritenuto di autore diverso dal precedente, non è una continuazione del primo ma piuttosto un approfondimento su alcuni argomenti o episodi.
Si apre con lettere di saluto ai Giudei della diaspora e con il racconto della riconsacrazione del Tempio da parte di Neemia.
Segue il racconto del profeta Geremia che nascose l'Arca ed il Tabernacolo in una caverna dove rimarranno fino a che non piacerà al Signore rivelarne l'ubicazione. Dopo questi preambolo l'ignoto autore dichiara che la sua opera è un compendio di quella di Giasone di Cirene (altrimenti sconosciuto) riguardante la storia dei fratelli Maccabei e del loro tempo.
Ai tempi del sommo sacerdote Onia Gerusalemme viveva in pace ed anche il re Seleuco rendeva onore al Tempio coprendo personalmente le spese per i sacrifici.
Un certo Simone, in contrasto con Onia, fece sapere al re che il Tempio custodiva immensi tesori e Seleuco inviò un funzionario di nome Eliodoro per confiscarli.
Il sommo sacerdote spiegò a Eliodoro che quelli custoditi nel Tempio erano valori depositati dalla cittadinanza e che le cifre riferite da Simone erano estremamente esagerate; non di meno Eliodoro volle procedere alla confisca, ma quando entrò nel Tempio apparve improvvisamente un cavaliere dall'armatura d'oro che montava un cavallo splendidamente bardato, erano con lui due giovani di magnifico aspetto.
Colpito dagli zoccoli del cavallo e flagellato dai due giovani, Eliodoro fu atterrato e venne soccorso dai suoi uomini che lo portarono in barella fuori dal tempio.
Eliodoro agonizzava e i suoi compagni convinsero Onia a offrire un sacrificio per la sua salvezza. Durante il rito apparvero di nuovo i due giovani che intimarono ad Eliodoro di testimoniare ovunque quanto era accaduto. Miracolosamente guarito Eliodoro tornò dal re e non mancò di raccontare a tutti la portentosa apparizione.
Ma se Eliodoro riconobbe per miracolo quanto era accaduto, non così fu per Simone che continuò a tramare diffamando Onia finché questi per chiarire la situazione decise di rivolgersi direttamente al re, ma Seleuco era morto e il trono era passato a Antioco Epifane che prestava volentieri orecchio ai tentativi di corruzione di Giasone, fratello di Onia, determinato ad impadronirsi del sommo sacerdozio.
D'accordo con Antioco, Giasone prese il potere e introdusse costumi greci a Gerusalemme a danno delle tradizioni giudaiche.
Quando si svolsero i giochi quinquennali di Tiro, Giasone inviò rappresentanti affidando loro un'offerta per il sacrificio ad Ercole ma i rappresentanti spesero diversamente questo denaro.
Intanto Antioco IV, deciso a muovere contro Tolomeo VI Filometore, si mise in marcia verso la Fenicia e sostò a Gerusalemme dove Giasone lo accolse con grandi onori.
Tre anni dopo Giasone inviò a Antioco un'offerta in denaro tramite Menelao fratello di Simone ma Menelao versò un'offerta maggiore e si fece affidare dal re il sacerdozio, tornò a Gerusalemme e mise in fuga Giasone. In seguito però Menelao trascurò di versare l'offerta al re.
Durante un'assenza di Antioco, Menelao corruppe il luogotenente Andronico con oro trafugato dal Tempio e lo indusse a trucidare Onia.
Al suo ritorno Antioco si rattristò per l'uccisione di Onia e subito punì Andronico con la morte.
A Gerusalemme la folla si sollevò contro Lisimaco, fratello e luogotenente di Menelao, che aveva compiuto molti furti sacrileghi, Lisimaco schierò tremila armati ma la folla li sopraffece e lo stesso Lisimaco perse la vita.
Menelao venne processato per i furti al Tempio ma riuscì con la corruzione a capovolgere le sorti del processo e venne assolto mentre molti di quanti si erano ribellati contro di lui vennero giustiziati.
Antioco organizzò una seconda spedizione in Egitto ma si sparse la voce non veritiera della sua morte e Giasone ne approfittò per tentare di riprendere Gerusalemme, attaccò la città ed uccise molte persone ma non riuscì nel suo intento e dovette fuggire di nuovo.
Trascorse in esilio il resto della vita e morì dimenticato da tutti.
Al ritorno dall'Egitto Antioco interpretò le azioni di Giasone come un principio di rivolta della Giudea e occupò Gerusalemme facendo una grande strage e saccheggiando il Tempio.
Tornato a Antiochia, il re inviò a Gerusalemme Apollonio con ventimila uomini per completare l'eccidio della cittadinanza ma Giuda Maccabeo si ritirò nel deserto con pochi compagni.
Il Tempio fu dedicato a Giove e in città furono istituiti culti pagani, i Giudei venivano costretti a partecipare ai sacrifici e quandi facevano aperta professione di giudaismo venivano perseguitati.
Un anziano scriba di nome Eleazaro preferì morire piuttosto che mangiare carne di maiale. I suoi carnefici per rispetto gli offrirono un sotterfugio per salvarsi ma l'uomo, con grande dignità, rifiutò ed affrontò coraggiosamente il supplizio.
Vi fu il caso di sette fratelli che furono torturati a morte sotto gli occhi della madre mentre Antioco incrudeliva sempre di più per lo scherno di non riuscire ad incutere il terrore.
Intanto Giuda Maccabeo organizzava la resistenza e visitando i villaggi riuscì a riunire seimila uomini pronti a combattere.
Filippo, luogotenente di Antioco in Giudea, scrisse a Tolomeo stratega di Celesia e Fenicia per chiedere rinforzi e Tolomeo inviò non meno di ventimila uomini comandati dai generali Nicanore e Gorgia.
Dovendo pagare un tributo di duemila talenti ai Romani, Nicanore mise in vendita migliaia di schiavi giudei. Dal canto suo Giuda si preparò allo scontro incitando i suoi uomini e assumendo il comando insieme ai fratelli Simone, Giuseppe e Gionata.
La battaglia fu favorevole ai Giudei che, nonostante fossero in minoranza, riuscirono a mettere in fuga l'armata di Nicanore.
Successivamente i Maccabei sconfissero anche altri generali, Tolomeo e Bacchide, conquistarono fortezze e distribuirono alle vedove, agli orfani e ai bisognosi quanto avevano tolto ai nemici sconfitti.
Queste notizie giunsero ad Antioco mentre tornava sconfitto dalla Persia dopo aver fallito nel tentativo di depredare il tempio di Persepoli, furibondo il re decise di attaccare di nuovo Gerusalemme ma fu colto da tremendi dolori addominali e durante il viaggio cadde dal carro riportando gravi contusioni.
Il corpo di Antioco prese a riempirsi di vermi e a emanare un insopportabile fetore. Disperato il re iniziò a pregare promettendo al Signore di riparare a tutto il male commesso e di convertirsi al Giudaismo, infine nominò successore il figlio e morì fra atroci dolori senza riuscire a rientrare in patria.
Giuda Maccabeo e i suoi seguaci rientrarono a Gerusalemme, distrussero gli altari pagani, purificarono il Tempio e ripristinarono i riti giudaici dopo un'interruzione di due anni.
Salito al trono Antioco Eupatore nominò capo degli affari politici il generale Lisia; Tolomeo detto Madrone, già ufficiale sotto Antioco Epifane, sospettato di tradimento, si suicidò.
Gorgia, nominato stratefa della regione, continuava a combattere contro i Giudei. Giuda Maccabeo attaccò alcune fortezze degli Idumenei, alleati di Gorgia, e mole me prese ma due torri fortificate resistettero e Giuda lasciò i fratelli Simone e Giuseppe ad assediarle. Degli uomini di Simone si lasciarono corrompere dagli assediati facendone fuggire alcuni, ma furono scoperti e giusitiziati.
Un nuovo, grande esercito fu sconfitto da Giuda con l'aiuto di cinque cavalieri angelici scesi dal cielo. Il comandante nemico, Timoteo, cercò rifugio con i sopravvissuti in una fortezza ma il mattino seguente i Giudei espugnarono la fortezza e fecero strage di quanti vi si trovavano, compresi Timoteo e i suoi ufficiali.
Poco dopo Lisia entrò in Giudea con un esercito di ottantamila uomini ed assediò la fortezza di Beth-Zur a venti miglia da Gerusalemme.
Giuda Maccabeo e i suoi uoini accorsero per liberare la fortezza ed un nuovo intervento angelico li rese invincibili, uccisero undicimila nemici e costrinsero gli altri a fuggire.
Sconfitto, Lisia decise di trattare e Giuda accettò. Le condizioni dei Giudei furono presentate dallo stesso Lisia ad Antioco che le ratificò.
I Giudei ottennero di poter vivere tranquillamente nel loro paese rispettando le leggi e le tradizioni degli antenati, ma alcuni dei comandanti siriani non intendevano rispettare gli accordi e sobillavano contro i Giudei gli abitanti di altre città.
L'anno successivo Antioco e Lisia attaccarono la Giudea con un grande esercito. Tentò di unirsi all'impresa anche Menelao, nella speranza di riprendere il potere, ma Lisia lo additò come causa prima della guerra e Antioco lo fece giustiziare.
Informato dell'avvicinarsi del nemico, Giuda Maccabeo decise di non lasciarlo avvicinare a Gerusalemme e mosse incontra all'esercito di Antioco.
Con un'incursione notturna compiuta con pochi uomini, Giuda portò il panico nel campo nemico.
Poco dopo Antioco tentò di prendere la fortezza di Bet-Zur e fallì, quando infine fu avvertito che il luogotenente Filippo rimasto in patria stava cospirando concluse la pace con i Giudei e tornò ad Antiochia.
Tre anni dopo Antioco e Lisia vennero eliminati da Demetrio figlio di Seleuco.
A Demetrio si rivolse un certo Alcimo, ex sommo sacerdote, chiedendogli di agire contro i Maccabei e gli Asidei e di reintegrarlo nella carica. Demetrio si lasciò convincere e inviò a Gerusalemme Nicanore con l'ordine di eliminare Giuda e restituire il sommo sacerdozio ad Alcimo.
Tuttavia Nicanore, che conosceva il valore di Giuda e dei suoi uomini, preferì trattare piuttosto che combattere e si trattenne a Gerusalemme comportandosi pacificamente. Durante le trattative nacque una reciproca simpatica fra Nicanore e Giuda ma ciò esasperò Alcimo che riprese le sue macchinazioni presso Demetrio fino a che non lo convinse ad ordinare a Nicanore di arrestare Giuda e condurlo a Antiochia in catene.
Suo malgrado Nicanore si accinse a catturare Giuda ma questi, presentito il pericolo, si era ecclissato e Nicanore sfogò la sua rabbia con minacce ed abusi come l'arresto dell'anziano Razis che preferì il suicidio alla schiavitù.
Quando venne a sapere che Giuda e i suoi compagni si trovavano in Samaria, Nicanore decise di attaccarli nel giorno di sabato. Giuda confortò i suoi uomini ricordando loro le precedenti vittorie e narrando una sua visione in cui gli era apparso il sacerdote Onia insieme al profeta Geremia che gli consegnava una spada d'oro come dono di Dio per abbattere i suoi nemici.
Lo scontro fu molto violento, i Giudei sconfissero i nemici uccidendone migliaia. Mentre tornavano indietro vittoriosi trovarono il cadavere di Nicanore e Giuda ordinò di taglire la testa e il braccio per portarli a Gerusalemme.
Giuda strappò la lingua di Nicanore per darla in pasto agli uccelli, quindi espose la testa sull'Acra alla vista di tutti.
Il libro si chiude sui festeggiamenti per questa vittoria e con un singolare commiato del suo autore:
Se la disposizione dei fatti è riuscita scritta bene e ben composta, era quello che volevo; se invece è riuscita di poco valore e mediocre, questo solo ho potuto fare.
Come il bere solo vino e anche il bere solo acqua è dannoso e viceversa come il vino mescolato con acqua è amabile e procura un delizioso piacere, così l'arte di ben disporre l'argomento delizia gli orecchi di coloro a cui capita di leggere la composizione. E qui sia la fine.


Elenco analitico dei personaggi, popolazioni e luoghi citati

1) Egitto, Gerusalemme, Giudea, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giasone, Casleu, Aristòbulo, Tolomeo, Persia, Nanea, Antioco, Neemia, Giònata, Israele, Mosè, Neftar, Neftai
2) Geremia, Mosè, Salomone, Neemia, Davide, Maccabeo, Antioco, Epìfane, Eupàtore, Giasone, Cirène
3) Onia, Asia, Simone, Bilga, Apollonio, Tarso, Celesiria, Gerusalemme, Eliodòro, Ircano, Tobia
4) Simone, Onia, Eliodòro, Apollonio, Menèsteo, Celesira, Antioco, Epìfane, Giasone, Gerusalemme, Giovanni, Eupolemo, Ercole, Egitto, Filomètore, Giaffa, Menelao, Ammanìtide, Sòstrato, Lisìmaco, Cratète, Ciprioti, Tarso, Mallo, Antiòchide, Andronìco, Dafne, Antiochia, Cilicia, Aurano, Tolomeo, Dorìmene, Sciti
5) Antioco, Egitto, Giasone, Menelao, Ammanìtide, Areta, Giudea, Eliodòro, Antiochia, Gerusalemme, Filippo, Garizim, Andronìco, Apollonio, Maccabeo
6) Gerusalemme, Giove, Olimpio, Garizim, Dioniso, Tolemàide, Filippo, Eleàzaro
7) Mosè, Antioco
8) Maccabeo, Filippo, Tolomeo, Celesiria, Nicànore, Pàtroclo, Gorgia, Sennàcherib, Babilonia, Gàlati, Macedoni, Simone, Giuseppe, Giònata, Eleàzaro, Timòteo, Bàcchide, Gerusalemme, Callìstene, Antiochia
9) Antioco, Persia, Persepoli, Ecbàtana, Nicànore, Timòteo, Gerusalemme, Israele, Filippo, Egitto, Tolomeo, Filomètore
10) Maccabeo, Casleu, Antioco, Epìfane, Eupàtore, Lisia, Celesiria, Tolomeo, Macrone, Cipro, Filomètore, Gorgia, Idumei, Gerusalemme, Simone, Giuseppe, Zaccheo, Timòteo, Asia, Giudea, Ghezer, Chèrea, Apollòfane, Israele
11) Lisia, Giudea, Bet-Zur, Gerusalemme, Maccabeo, Israele, Gettatisi, Giovanni, Assalonne, Dioscorinzio, Antioco, Menelao, Xàntico, Memmio, Tito, Manio, Antiochia
12) Lisia, Timòteo, Apollonio, Gennèo, Ierònimo, Demofonte, Nicànore, Cipro, Giaffa, Iamnia, Gerusalemme, Casfin, Gerico, Giosuè, Caraca, Tubiani, Dosìteo, Sosìpatro, Maccabeo, Carnion, Atergatèo, Efron, Beisan, Gorgia, Idumea, Schieratisi, Bacènore, Maresa, Esdrin, Odollam
13) Antioco Eupàtore, Giudea, Lisia, Menelao, Berèa, Modin, Bet-Zur, Rodoco, Filippo, Antiochia, Maccabeo, Egemònide, Tolemàide, Gerreni
14) Tripoli, Antioco, Lisia, Alcimo, Asidèi, Maccabeo, Nicànore, Giudea, Dessau, Simone, Posidonio, Teòdoto, Mattatia, Gerusalemme, Antiochia, Dioniso, Razis
15) Nicànore, Samaria, Maccabeo, Onia, Geremia, Ezechia, Giudea, Sennàcherib, Gerusalemme, Acra, Adàr, Mardocheo

Elenco alfabetico dei personaggi, popolazioni e luoghi citati

A : Abramo, Acra, Adàr, Alcimo, Ammanìtide, Andronìco, Antiochia, Antioco, Antioco Eupàtore, Antiòchide, Apollonio, Apollòfane, Areta, Aristòbulo, Asia, Asidèi, Assalonne, Atergatèo, Aurano
B : Babilonia, Bacènore, Beisan, Berèa, Bet-Zur, Bilga, Bàcchide
C : Callìstene, Caraca, Carnion, Casfin, Casleu, Celesira, Celesiria, Chèrea, Cilicia, Ciprioti, Cipro, Cirène, Cratète
D : Dafne, Davide, Demofonte, Dessau, Dioniso, Dioscorinzio, Dorìmene, Dosìteo
E : Ecbàtana, Efron, Egemònide, Egitto, Eleàzaro, Eliodòro, Epìfane, Ercole, Esdrin, Eupolemo, Eupàtore, Ezechia
F : Filippo, Filomètore
G : Garizim, Gennèo, Geremia, Gerico, Gerreni, Gerusalemme, Gettatisi, Ghezer, Giacobbe, Giaffa, Giasone, Giosuè, Giovanni, Giove, Giudea, Giuseppe, Giònata, Gorgia, Gàlati
I : Iamnia, Idumea, Idumei, Ierònimo, Ircano, Isacco, Israele
L : Lisia, Lisìmaco
M : Maccabeo, Macedoni, Macrone, Mallo, Manio, Mardocheo, Maresa, Mattatia, Memmio, Menelao, Menèsteo, Modin, Mosè
N : Nanea, Neemia, Neftai, Neftar, Nicànore
O : Odollam, Olimpio, Onia
P : Persepoli, Persia, Posidonio, Pàtroclo
R : Razis, Rodoco
S : Salomone, Samaria, Schieratisi, Sciti, Sennàcherib, Simone, Sosìpatro, Sòstrato
T : Tarso, Teòdoto, Timòteo, Tito, Tobia, Tolemàide, Tolomeo, Tripoli, Tubiani
X : Xàntico
Z : Zaccheo



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