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Efeso



Provenienza immagine: dalla rete
Portico nell'agorà di Efeso
Antica città dell'Asia Minore, colonia fondata nella seconda parte del secondo millennio a.C. dagli Ioni sulla costa asiatica del Mar Egeo alla foce del fiume Caistro non lontana da Smirne nell'attuale Turchia.
Una tradizione riferita da Pausania attribuiva la fondazione a Androclo figlio di Codro re di Atene, questo fondatore era considerato capostipite della dinastia regale degli Androcleidi.
Sono state identificate le rovine dell'Artemisio, il grande tempio di Artemide risalente al sesto secolo a.C. che fu distrutto da un incendio nel 356 a.C., poi ricostruito.
Secondo una tradizione riportata da Plutarco (Vita di Alessandro) il giorno dell'incendio coincise con quello della nascita di Alessandro Magno.
Erano celebri le feste dette Efesie, riti notturni a carattere orgiastico in onore di Artemide.
Nel VI secolo a.C. la città fu assediata e conquistata da Creso re di Lidia e successivamente dai Persiani dai quali fu liberata da Alessandro Magno nel 334 a.C.
Durante il governo di Lisimaco venne costruita una cinta di mura della quale rimangono tratti.
In età ellenistica si alternarono periodi di indipendenza con periodi di sottomissione al regno di Pergamo. Dopo le guerre mitridatiche Efeso passò direttamente sotto il dominio di Roma e nel 129 d.C. divenne capitale della provincia d'Asia.
Nel 263 Efeso fu devastata dai Goti che distrussero il Tempio di Artemide. La città e il tempio vennero ricostruiti dagli abitanti e Efeso rifiorì nel quarto e quinto secolo.
Nel 431 si tenne ad Efeso, su convocazione dell'imperatore Teodosio II, il Terzo Concilio Ecumenico presieduto da Cirillo di Alessandria. Il Concilio condannò le tesi di Nestorio e dichiarò Maria "Madre di Dio".
Nel 655 la città fu conquistata dagli Arabi.
Oltre al tempio di Artemide che veniva enumerato fra le sette meraviglie del mondo antico e a diversi edifici di varie epoche sono stati identificati il teatro di età ellenistica e le terme di epoca romana. Importante anche la Biblioteca di Celso, edificio del secondo secolo d.C. che conteneva una grande raccolta di testi.
La chiesa di San Giovanni e la casa della Vergine sono legate alla tradizione secondo cui San Giovanni e Maria soggiornarono ad Efeso dopo la morte di Gesù.
La Caverna dei Sette Dormienti è invece il luogo dove, secondo la Legenda Aurea, sette giovani cristiani murati vivi sotto l'imperatore Decio risuscitarono dopo duecento anni.

Biblioteca di Celso
Il senatore Tiberio Giulio Celso Polemeano fu proconsole d'Asia nel 106 d.C., durante il regno di Traiano. Morì nel 117 e il figlio Gaio Giulio Aquila costruì in suo onore la grande biblioteca che fungeva anche da sepolcro, infatti la tomba di Celso si trovava sotto l'edificio. Presenta una facciata con due colonnati sovrapposti che erano rivestiti con diversi tipi di marmo. All'interno si trovavano circa 12.000 rotoli custoditi in appositi scaffali e nicchie.
L'interno ed i rotoli andarono distrutti da un incendio provocato da un terremoto nel 262 d.C., un altro terremoto nel 400 d.C. circa distrusse anche la facciata che è stata completamente ricostruita con lungo restauto degli anni sessanta del ventesimo secolo utilizzando i materiali recuperati dalle macerie. Fra le colonne della facciata si trovavano nicche con le statue della quattro virtù di Celso (saggezza, virtù, benevolenza e sapienza). Nel complesso l'architettura della facciata richiamava le scenografie dei teatri greci.








Riferimenti letteratura:
  • Erodoto - Storie
  • Livio - Storia di Roma
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Igino - Fabulae
  • Strabone - Geografia
  • Pausania - Descrizione della Grecia
  • Plinio il Vecchio - Storia Naturale
  • Plutarco - Alessandro e Cesare



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