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Irlanda



Una delle isole dell'Arcipelago Britannico, la seconda per superficie (84.420 km2).
La costa occidentale è bagnata dall'Oceano Atlantico, ad est ha il mare di Irlanda ed è divisa dalla Gran Bretagna dal canale di San Giorgio a SE e dal canale del Nord a NE.

Storia
L'isola fu abitata da popoli di ceppo iberico che hanno lasciato memoria di se in costruzioni megalitiche. Fra il 600 e il 500 a.C. fu invasa da genti celtiche (i Gaeli) che svilupparono una società tribale in cui le terre ed ogni avere erano in comune.
I Romani, che la chiamavano Ibernia, non invasero mai l'Irlanda, Tacito racconta che il generale Agricola procedendo nella conquista della Britannia concepì il progetto di raggiungere l'Ibernia ma non ebbe modo di realizzarlo.
Nel quinto secolo d.C. ebbe inizio l'evangelizzazione dell'Irlanda ad opera di San Patrizio e si creò una chiesa con un clero prevalentemente monastico.
Dal nono al dodicesimo secolo l'Irlanda subì invasioni e saccheggi da parte di popolazioni di origine scandinava e fu tormentata da guerre interne fra i vari reami celtici. Nel 1170 Enrico II Plantageneto re d'Inghilterra conquistò l'Irlanda servendosi di mercenari normanni e stabilì il controllo dell'isola tramite governatori suoi rappresentanti. La conflittualità fra gli invasori e gli abitanti rimase sempre molto alta e leggi discriminanti promulgate nel 1367 da Edoardo III aggravarono la situazione. Nei secoli successivi il parlamento irlandese fu posto sotto il completo controllo dei rappresentanti della corona inglese.
Le lotte per la religione dei cattolici irlandesi contro il dominio di Elisabetta I furono represse nel sangue.
Dai primi anni del XVII secolo, sotto Giacomo I Stuart, coloni scozzesi furono inviati a stabilirsi in terreni irlandesi appositamente espropriati, ciò portò nel 1641 a una grande insurrezione a seguito della quale gli Inglesi aggravarono gli espropri. Intorno al 1650 due terzi delle terre erano in mano a proprietari britannici protestanti, ma molte scelte di politica economica del parlamento londinese scontentarono anche i nuovi allevatori protestanti che finirono con l'allearsi con i cattolici.
Nel 1691 fu firmata la Pace di Limerick che assicurava al re Guglilmo III il possesso dell'Irlanda ma concedeva ai cattolici la libertà di culto. Gli Inglesi non rispettarono questo trattato e poco dopo emanarono nuove leggi per colpire i cattolici, sopprimere le loro libertà religiose e politiche e penalizzarli economicamente.
Con la rivoluzione francese e poi con l'avvento di Napoleone gli Inglesi per aumentare il controllo sull'Irlanda che rischiava di essere occupata dai Francesi soppressero il parlamento di Dublino (Act of Union, 1800) e intensificarono la presenza dei loro deputati in tutti i centri di potere dell'isola.
Nel XIX secolo fu abrogata la legge che escludeva i cattolici dal parlamento ma la questione religiosa non fu risolta e sorse il movimento della Giovane Irlanda che tentò di conquistare l'indipendenza con la rivoluzione ma i suoi esponenti finirono in gran parte sul patibolo.
Agli inizi del XX secolo un progetto di autonomia denominato Home Rule poteva servire a migliorare la situazione irlandese ma la prima guerra mondiale ne bloccò l'attuazione. Intento il movimento nazionale Sinn Feín lottava per la formazione di una repubblica indipendente mentre nasceva l'IRA, organizzazione militare clandestina. Nel 1916 scoppiò la rivoluzione a Dublino e la sua sanguinosa repressione segnò l'inizio della guerra anglo-irlandese.
Nel 1919 il Sinn Feín proclamò la Repubblica che fu riconosciuta il 6 dicembre 1921 con l'esclusione di gran parte dell'Ulster che continuò ad appartenere al Regno Unito con la denominazione di Irlanda del Nord mentre il resto dell'isola (circa l'85%) costituisce oggi il territorio della Repubblica d'Irlanda, indipendente nell'ambito del Commonwealth.


Riferimenti letteratura:
  • Tacito - Agricola




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