Membro della famiglia dei Cornelii era di condizione patrizia ma si fece adottare da una famiglia plebea per poter accedere alla carica di tribuno della plebe con la quale sperava di risolvere la propria disperata situazione finanziaria. Infatti, divenuto tribuno nel 47 a.C. propose una legge per la remissione dei debiti ma fu bloccato dal veto dei colleghi, iniziò allora a sobillare disordini con la tacita approvazione di Marco Antonio, ma infine l'ordine del Senato costrinse quest'ultimo ad intervenire per sedare la rivolta.
Seguace di Cesare, dopo la morte di lui lo sostituì nel consolato (44 a.C.), quindi passò ai congiurati, poi si riconciliò con Antonio.
Come console presiedette la riunione del Senato del 2 settembre 44 a.C. nel corso della quale Cicerone pronunciò la prima Filippica. In quell'occasione Cicerone riconobbe a Dolabella il merito di aver sventato qualche mese prima un tentativo di colpo di stato da parte di un oscuro personaggio che si spacciava per discendente di Gaio Mario.
Governatore della Siria, attirò con un tranello a Smirne ed uccise Gaio Trebonio, membro della congiura cesaricida. L'azione fu disapprovata sia dai repubblicani che dai cesariani.
Dichiarato nemico pubblico si uccise nel 43 a.C. mentre era assediato da Cassio a Laodicea.
Marito di Tullia, figlia di Cicerone.

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Riferimenti letteratura:

Cicerone - Filippiche

Velleio Patercolo - Storia romana

Aulo Gellio - Notti Attiche

Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche

Svetonio - Vite dei Cesari

Dione Cassio - Storia romana

Plutarco - Alessandro e Cesare

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Vedi anche:

Cronologia dei magistrati romani

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