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Riferimenti Genealogici

Genitori:
  • Edipo
  • Giocasta
    Fratelli e sorelle:
  • Edipo
  • Polinice
  • Eteocle
  • Ismene
  • Antigone figlia di Edipo



    Dal suo matrimonio con la madre Giocasta, Edipo aveva avuto due figli maschi, Polinice ed Eteocle, e due figlie femmine: Ismene ed Antigone.
    L'esistenza delle figlie femmine però non è attestata nelle versioni più antiche del mito e, se esse compaiono già in alcuni frammenti di opere poetiche del sesto secolo, è soltanto con la tragedia attica del quinto secolo che il personaggio di Antigone acquista spessore e che viene coniata la vicenda della pietà di lei nei confronti delle spoglie del fratello Polinice.
    Sembrerebbe quindi che la storia di Antigone raccontata da Sofocle (Edipo Re, Edipo a Colono, Antigone) e da Euripide (Frammenti di un'Antigone) sia pura invenzione dei tragici ateniesi oppure sia ispirata da una tradizione locale a noi non pervenuta.
    In Edipo a Colono il vecchio e cieco esule è ormai ridotto al vagabondaggio ma è accompagnato ed amorevolmente assistito da Antigone. A Colono li raggiunge Ismene ma Creonte, nuovo re di Tebe, fa rapire le due giovani per costringere Edipo a tornare ed affrontarlo. A fermare Creonte interviene Teseo. Alla conclusione della tragedia Antigone parla amorevolmente al fratello Polinice tentando di dissuaderlo dalle sue mire su Tebe. Ma l'episodio che caratterizza la figura di Antigone è quello raccontato nell'Antigone di Sofocle: Polinice ed Eteocle sono morti uccidendosi reciprocamente in combattimento. Il re Creonte ha proibito di dare sepoltura al corpo di Polinice, che considera un nemico della città, decretando la morte per chiunque osi violare il divieto. Antigone non rispetta il decreto di Creonte e rende onore come può alle spoglie del fratello, viene quindi arrestata e sepolta viva in una grotta. Emone, figlio di Creonte e fidanzato di Antigone, si uccide per il dolore e così la madre di lui Euridice, regina moglie di Creonte.
    Nell'Antigone di Euripide, il cui argomento ci è noto tramite Igino, Emone riusciva a salvare Antigone e successivamente aveva da lei un figlio. Cresciuto il bambino viene riconosciuto dal nonno Creonte a causa di un segno particolare sulla pelle, a forma di punta di lancia, caratteristico di tutti i membri della famiglia. Creonte ordinava, nella tragedia euripidea, la morte del giovane e di Antigone. Sembra che il dramma si concludesse con la riconciliazione di Creonte ed Antigone grazie all'intercessione di Eracle o di Dioniso.


    Riferimenti letteratura:
  • Eschilo - Sette contro Tebe
  • Sofocle - Antigone
  • Sofocle - Edipo Re
  • Sofocle - Edipo a Colono
  • Diodoro Siculo - Biblioteca storica
  • Igino - Fabulae
  • Pseudo-Apollodoro - Biblioteca
  • Vittorio Alfieri - Polinice
  • Vittorio Alfieri - Antigone



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