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Famiglia Visconti



Famiglia ghibellina originaria di Massino (oggi Massino Visconti in provincia di Novara), feudo che probabilmente aveva ottenuto sul finire del decimo secolo.
Nell'undicesimo secolo ottennero il titolo e la funzione di vicari del conte (visconti) dall'imperatore Enrico IV, quindi la famiglia si divise in più rami uno dei quali, discendente da Uberto vissuto nella prima metà del dodicesimo secolo otterrà la signoria di Milano.
L'arcivescovo Ottone Visconti (1207-1295), figlio di Uberto, lottò a lungo contro la fazione guelfa dei Torriani che sconfisse definitivamente a Desio nel 1277 assicurando di fatto alla sua famiglia il potere sulla città e nel 1297 Matteo I , nipote di Ottone, fu eletto capitano del popolo.
Esiliati nel 1302 per un temporaneo sopravvento degli oppositori, i Visconti rientrarono a Milano nel 1310 con l'appoggio dell'imperatore Enrico VII, Matteo I abdicò a favore del figlio Galeazzo I che nel 1327 venne imprigionato da Ludovico il Bavaro.
Nel 1329 Azzone, figlio di Galeazzo I, riottenne la signoria che dopo la sua morte (1339) passò ai fratelli di Galeazzo I, Luchino e Giovanni.
Seguiranno Matteo II, Galeazzo II e Bernabò.
Gian Galeazzo, figlio di Galeazzo II, nel 1385 fece prigioniero Bernabò e nel 1395 ottenne dall'imperatore Venceslao il titolo di duca di Milano.
Il ducato durò sotto i figli di Gian Galeazzo, Giovanni Maria e Filippo Maria. Alla morte di quest'ultimo (1447) il ramo regnante della famiglia si estinse.
Il potere in Milano passò a Francesco Sforza che nel 1431 era stato adottato da Filippo Maria e ne aveva sposato la figlia Bianca Maria.

Principali esponenti:

Uberto
Ottone
Andreotto
Teobaldo
Matteo I
Galeazzo I
Marco
Azzone
Giovanni
Luchino
Stefano
Matteo II
Galeazzo II
Bernabò
Gian Galeazzo
Giovanni Maria
Filippo Maria






Le origini dei Visconti secondo la leggenda
All'epoca di Gian Galeazzo fu confezionata una leggenda che faceva risalire le origini della famiglia al mitico Ascanio figlio di Enea. Anglo figlio di Ascanio avrebbe fondato la città di Anglera (Angera, sul Lago Maggiore) e da lui sarebbe disceso Ubertino di Angera, vissuto agli inizi del quinto secolo, famoso uccisore di un drago.
La lunga prosapia da Anglo a Ubertino venne riportata da Giacomo Filippo Foresti, monaco bergamasco del XV secolo, nel suo Supplementum chronicarum, mentre le gesta di Ubertino furono narrate da Paolo Morigia.


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