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Marco Mecilio Flavio Eparchio Avito imperatore



Marco Mecilio Flavio Eparchio Avito nacque a Augustonemetum (attuale Clermont-Ferrant) in Alvernia nel 395. Appartenente all'aristocrazia gallo-romana, studiò legge e nel 421 perorò una richiesta di riduzione delle imposte per la sua provincia. Entrò in buoni rapporti con Teodorico I re dei Visigoti e poi con Teodorico II. Fu magister militum e poi prefetto del pretorio per le Gallie.
Nel 451 convinse Teodorico ad allearsi con Ezio contro Attila che fu sconfitto nella battaglia dei Campi Catalaunici. In questa battaglia Teodorico I venne ucciso e il figlio Teodorico II salì al trono, Avito fu inviato presso di lui nel 455 per rinnovare il trattato d'alleanza dall'imperatore Petronio Massimo.
Mentre si trovava a Tolosa presso Teodorico, Roma venne saccheggiata dai Vandali di Genserico e Petronio Massimo fu assassinato. Il 9 luglio i capi dei Galli e Teodorico II acclamarono Avito imperatore. Si trattenne in Gallia per qualche tempo e giunse a Roma con un esercito il 21 settembre dopo aver stabilito un presidio a Ravenna.
Ottenne il riconoscimento del senato ma non quello di Marciano imperatore d'Oriente. Avito tentò di arginare le incursioni dei Vandali sia con la diplomazia, sia affidando a Ricimero la difesa della Sicilia.
Non era amato dalla popolazione romana a causa dei privilegi che concesse ai suoi connazionali. Nel 456 Ricimero e Maggioriano si ribellarono e Avito fuggì in Gallia dove riunì le truppe che gli erano fedeli con le quali affrontò Ricimero a Piacenza. Duramente sconfitto, fu deposto e obbligato a farsi nominare vescovo di Piacenza.
Nel 457, tuttavia, il senato lo condannò a morte, Avito tentò di rifugiarsi in Gallia ma fu intercettato e ucciso da Maggioriano che qualche tempo dopo fu dichiarato imperatore da Leone I, imperatore d'Oriente.


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