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Publio Virgilio Marone
Bucoliche
Composte fra il
42
ed il
39 a.C.
, le Bucoliche furono la prima opera rilevante di
Virgilio
, che ne ebbe subito grande fama. Nel
39
Virgilio
entrò a far parte del circolo culturale di
Mecenate
.
Fondamentale nella concezione delle Bucoliche pare sia stata la lettura di
Teocrito
, poeta pastorale siciliano, contano inoltre gli studi della filosofia epicurea e neoterica. Si sa che a
Napoli
Virgilio
aveva studiato presso il filosofo epicureo Sirone.
Ecloga Prima
Parlano
Melibeo
e
Titiro
, il primo in procinto di partire perchè espropriato dalla sua terra in favore dei reduci, il secondo, che ha evitato tale disgrazie, tranquillamente intento a suonare il flauto.
Titiro
narra a
Melibeo
del giovane divinizzato (
Ottaviano
) che ha salvato la sua proprietà,
Melibeo
invidia la fortuna di
Titiro
, lui che dovrà viaggiare e conoscere terre straniere, lontano da quello che "fu il suo regno".
Virgilio
conobbe la sorte di
Melibeo
quando fu espropriato del podere paterno, poi quella di
Titiro
, quando fu reintegrato nei suoi averi.
Ecloga Seconda
Il pastore Coridone amava il giovane Alessi.
Buona parte dell'ecloga è costituita dal canto amoroso del pastore che supplica il giovane offrendogli i doni della sua terra ubertosa e del suo gregge.
Una poesia sull'amore omosessuale, con gusto raro in
Virgilio
, pieno di echi e di ricercatissime immagini.
Ecloga Terza
Contesa fra due pastori: Dameta e Menalca. I due si sfidano in una gara poetica mettendo in gioco delle tazze artisticamente lavorate.
Palemone funge da arbitro alla gara.
Si ritiene che la composizione abbia valore allegorico e che Menalca rappresenti
Virgilio
stesso.
Ecloga Quarta
Una profezia della
Sibilla Cumana
: quella della nascita di un divino fanciullo che farà svanire il male e l'"erba insidiosa di veleno". E' stato ipotizzato che
Virgilio
si riferisse ad
Asinio Gallo
, figlio di
Asinio Pollione
, al quale i versi sono dedicati, oppure al figlio nascituro di
Ottaviano
e di
Scribonia
(si tratterà di
Giulia
). Nel
Medioevo
si riteneva che
Virgilio
- con luce profetica - preconizzasse l'avvento di
Gesù Cristo
.
Ecloga Quinta
Menalca e Mopso si incontrano e decidono di cantare e suonare insieme. E' un lamento per la morte del giovane Dafni, "rapito dal fato", pastore bellissimo e perfetto.
Alcuni hanno visto in Dafni un'allegoria di
Cesare
;
Donato
- biografo di
Virgilio
- ritiene che il poeta abbia voluto piangere la morte del proprio fratello.
Ecloga Sesta
L'ecloga è dedicata ad
Alfeno Varo
, governatore delle Gallie dopo
Asinio Pollione
ed amico di
Virgilio
.
Evidentemente
Alfeno Varo
aveva esortato
Virgilio
a comporre poesia epica, ma
Virgilio
ritiene di dover continuare con la poesia pastorale, non di meno mette in bocca a
Sileno
un lungo cantare, denso di leggende.
Ecloga Settima
Melibeo
racconta un'altra gara poetica, quella fra Tirsi e Coridone, nella campagna mantovana.
Si tratta di un
carme amebeo
nel quale i due contendenti si alternano con strofe regolari di quattro versi.
Ecloga Ottava
Dedicata a
Pollione
, vincitore in
Dalmazia
.
Il tema è la gelosia, gelosia che porta gli amanti ad ordire incantesimi. Si alternano nel verseggiare Damone, geloso di Nisa e Alfesibeo che parla a nome di una donna innamorata di Dafni.
Ecloga Nona
Torna il tema dell'esproprio e della conseguente partenza dei coloni. Sono versi oscuri nei quali Meri e Licida ricordano i tempi passati e la poesia di Menalca.
Ecloga Decima
Virgilio
canta l'infelice amore di
Cornelio Gallo
(un poeta suo amico) per Volumnia, una liberta che nell'ecloga prende il nome di Licori. Volumnia ha abbandonato
Gallo
per seguire un soldato nella spedizione di
Agrippa
in Germania.