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PIETRO DA EBOLI

LIBER AD HONOREM AUGUSTI



Libro I


Particella I
Ruggero II, già duca di Sicilia1, fu consacrato re da Callisto II2. Aggiunse molti regni al suo ed ebbe numerosa prole da Albidia3. Sua seconda moglie fu l'infelice Sibilla che morì a causa di un aborto senza aver avuto figli.
La terza moglie fu Beatrice che generò la virtuosa, bella, pia e beata Costanza che sposò "il grande Augusto" (Enrico VI). Il papa Lucio III fu fautore di queste nozze, Celestino III unse imperatore Enrico VI.
Particella II
In morte di Guglielmo II il Buono re di Sicilia che non ha nominato un successore.
Il successore sarà Tancredi.
Particella III
Grande lutto a Palermo, dopo nove giorni l'arcivescovo pronuncia un breve (ma enfatico) elogio funebre.
Particella IV
Discordia in città per la scelta del successore, Matteo Ajello, consigliere, sostiene la candidatura di Tancredi, l'arcivescovoquella del conte Ruggero, con la violenza e gli inganni, con le promesse e le pregiere, Matteo prevale.
Particella V
Matteo convince l'arcivescovo di Palermo a sostenere Tancredi contro Costanza. Il suo argomento principale è il "furore" di Enrico VI, la sua "rabbia teutonica", minacce concrete e immediate, molto più importanti dei difetti fisici di Tancredi e della sua cattiva fama.
Particella VI
Matteo scrive a Tancredi invitandolo ad affrettarsi per ottenere il trono, ogni indugio può compromettere i suoi piani. Lo esortò a non farsi condizionare dalla lealtà: la gloria del regnare, afferma, rende tutto lecito.
Particella VII
Dopo aver superato dubbi, indugi e vergogna, Tancredi giunse a Palermo accompagnato dai due figli per essere incoronato. Pietro da Eboli definisce Tancredi nano vecchio mostro, delitto di natura, abortito, scimmia, uomo turpe rifacendosi al concetto diffuso nel Medioevo secondo cui i difetti fisici indicano brutalità morale. Comunque il mostro è incoronato, Palermo festeggia e il traditore Matteo esulta per la sua vittoria.
Particella VIII
Causa della deformità di Tancredi: il padre era di sangue reale, la madre di stirpe modesta,la bassa condizione non può mischiarsi con la nobiltà, perciò l'uomo fu concepito dal solo seme materno.
Particella IX
Le trame di Tancredi, "turpe scimmia" portano alla rovina anche uomini valoroi come il Conte di Andria che fu catturato con l'inganno e ucciso in un oscuro carcere.
Particella X
Nel tempio di Pietro, nella città di Roma in festa, giunge Enrico VI per essere incoronato dal papa che gli consegna la spada, la verga, l'anello, il diadema, simboli del potere imperiale. Dopo la cerimonia Enrico si appresta a partire per la Puglia.
Particella XI
Molti nobili italiani e molti ecclesiastici inviano messaggi a Enrico VI per la sua incoronazione.
Particella XII
Un encomio di Enrico VI, fortissimo erede del mondo che non permette lo smembramento del regno che ha ereditato difendendo i diritti suoi e della moglie4.
Particella XIII
Enrico giunge rapidamente a Montecassino dove non usa le armi, passa a conquistare Rocca d'Arce mentre il vescovo di Capua lo accoglie festosamente.
Particella XIV
Ben fortificata con mura e trincee, munita di torri e soldati, la città di Napoi oppone resistenza all'assedio di Enrico VI
Particella XV
I Salernitani, tramite un messaggero, propongono all'imperatore di affidare loro la regina ponendola al sicuro durante la guerra. Enrico accetta con grande gioia dei Salernitani.
Particella XVI
Costanza fa il suo ingresso in Salerno con uno splendido seguito tra la folla entusiasta. Il poeta insiste sui profumi che accompgnano il corteo: cinnamomo, incenso, aloe, nardo, rose, gigli, mirto. I sostenitori di Tancredi presenti in città provocano disordini.
Particella XVII
Una delegazione guidata dall'arcidiacono Aldrisio si reca a Napoli per far visita all'imperatore malato. L'arcidiacono, l'unico ammesso al cospetto di Enrico, lo trova febbricitante nel suo letto, assistito dal medico Gerardo. Enrico lo incoraggia assicurando di essere in via di guarigione.
Particella XVIII
Il conte di Acerra (Riccardo) ordina che nessuno esca dalla città (Napoli). Consapevole della superiorità del nemico, propone di corrompere con l'oro i soldati di Enrico.
Particella XIX
Rattristato nle vedere i suoi uomini che si lasciano corrompere e provato dalla malattia, Enrico VI abbandona l'assedio di Napoli e si mette in marcia. Ricompongono i seguaci di Tancredi che spargono false notizie sulla salute o, addirittura, sulla morte dell'imperatore.
Particella XX
Una volta partito Enrico, i Salernitani temono la rappresaglia di Tancredi e tengono Costanza in ostaggio tradendo la fiducia dell'imperatore.
Particella XXI
Costanza parlò alpopolo con grande coraggio invitando a non credere con facilità a dicerie e falsi messaggi. Non sa se Enrico è morto o partito ma ricorda che dispone ancora di soldati e di oro, Corrado di Lutzelhard e Diopoldo di Vohburg sono pronti a difenderla. Ma il popolo, insensibile alle sue parole, insorge con maggiore violenza.
Particella XXII
L'imperatrice in ginocchio, piangente, invoca la vendetta di Dio sui traditori salernitani.
Particella XXIII
Costanza prega per la salvezza del marito e viene presa da Don Matteo Ajello che ha l'ordine di condurla prigioniera a Palermo.
Particella XXIV
Dopo un momentaneo sgomento, Costanza ritrova la sua forze d'animo e afferma che andrà a Palermo ma chiede l'incolumità per i suoi soldati. Mentre i traditori esultano, l'imperatrice, riccamente vestita e adornata, sale sulla nave che la condurrà in Sicilia.
Particella XXV
A Messina, Costanza incontra Tancredi. Lei le chiede perché pretenda il suo regno, Costanza risponde che è lei la legittima erede e promette che suo marito la vendicherà, quindi si ritira nelle stanze di suo padre ostentando regalmente i suoi italici costumi.
Particella XXVI
Rimasto solo nel suo appartamento, Tacredi compiange la propria situazione, certo di non essere in grado di affrontare le armi di Enrico VI o di Diopoldo.
Particella XXVII
Il conte Riccardo di Acerra stringe di assedio un'antica e bellissima città (Capua). La difende, con grande difficoltà, Corrado di Lutzelbard che parla ai suoisoldati incitandoli a diffidare non solo degli assedianti ma anche della popolazione. Si rivolge quindi ai cittadini esortandoli a rispettare le leggi dell'ospitalità e a mantenersi fedele a Enrico. Le parole di Corrado no servono e tutta la popolazione si rivolta gridando il nome di Tancredi.
Particella XXVIII
Descrizione della battaglia conclusiva dell'assedio di Capua. Gli assediati sono stremati quando Corrado, per salvare la vita sua e dei superstiti, si arrende. Riccardo assicura l'incolumità a lui e ai suoi compagni.
Particella XXIX
Tancredi decide di affidare Costanza alla moglie Sibilla alla quale scrive una lettera chiedendole di ospitare degnamente l'imperatrice ma senza mai perderla di vista o permetterle di allontanarsi. Condotta a Palermo in quello che era stato il palazzo del padre, Costanza si comporta con grande orgoglio e mostra di non gradire le premure di cui è fatta oggetto.
Particella XXX
Sibilla scrive al marito del comportamento di Costanza. Il carisma dell'imperatrice le fa temere che al suo ritorno Enricoposssa facilmente riprendere il potere. Tancredi le risponde di chiedere consiglio a Matteo.
Particella XXXI
Sibilla confida a Matteo di essere in soggezione e di temere che Tancredi commetta un errore ospitando Costanza.
Matteo consiglia di relegare Costanza in un luogo posto in mezzo alle onde, un castello inaccessibile detto Salvatore. Sibilla accetta il consiglio e si affretta a scrivere al conte Alierno di chiudere Costanza in una prigione ben fortificata.

Note:
1. In realtà Ruggero II, prima dell'incoronazione, aveva il titolo di "Gran Conte di Sicilia".
2. Fu incoronato re nel 1130 da Anacleto II Antipapa
3. Elvira di Castiglia, prima moglie di Ruggero II, fu madre di sei figli tra cui Tancredi. Morì nel 1135.
4. Traduzione di Francesco De Rosa