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Chretien de Troyes

Lancillotto o il Cavaliere della Carretta


La sfida
Un misterioso cavaliere lancia una sfida a Artù: egli intende sottomettere tutto il regno e uccidere il re, ma se Artù avrà un cavaliere in grado di batterlo, egli rinuncerà.
I termini della sfida: il campione di Artù dovrà condurre la regina nel bosco e consegnarla allo sfidante per poi liberarla e riportarla indietro. Si offre il siniscalco Keu, cavaliere da molto tempo al servizio del re, il quale insiste per ottenere la missione nonostante lo scetticismo di molti dei presenti. Ottenuto l'incarico Keu parte con la regina ma presto tutti vedono il suo cavallo tornare da solo.

Il cavaliere della carretta
Galvano va alla ricerca della regina e strada facendo incontra un cavaliere appiedato. PIù avanti quel cavaliere accetta di essere trasportato su una carretta condotta da un nano. Le carrette di quel tipo, come in seguito la gogna, venivano utilizzate per esporre i malfattori e chi vi prendeva posto era considerato oltemodo infame, privato di ogni beneficio o diritto, escluso dalla società civile. Pur sapendo ciò il cavaliere, "per amore" prende posto sulla carretta e lascia che il nano lo rechi dove vuole mentre Galvano li segue con il suo cavallo.
Raggiunto un castello, il nano prosegue e i due cavalieri vengono accolti e ospitati da una soave donzella. Il mattino seguente scorgono un corteo funebre alla cui testa procedevano un cavaliere e la regina. Galvano e il suo compagno non riescono a raggiungere il corteo ma vengono a sapere che la regina è stata rapita da Meleagant figlio del re di Gorre che la sta portando in un luogo del suo paese accessibile soltanto tramite due pericolosissime strade.
I due decidono di separarsi: Galvano sceglie di passare dalla strada del "ponte sommerso" mentre i cavaliere della carretta tenterà di attraversare il "ponte della spada".

Il ponte della spada
Durante il suo viaggio il cavaliere della carretta incontra ragazze procaci e maliziose, castellano ospitali e cavalieri ostili e arroganti. Giunge infine al "ponte della spada" costituito da una lunghissima spada sospesa su un'acqua densa e scura. Il cavaliere lo attraversa avanzando sulle mai, sulle ginocchia e sui pieni, scalzo e a mani nude. Dalla finestra di una torre lo osservano il buon re Baudemagu e suo figlio, il malvagio Meleagant.
Il re accoglie il cavaliere e tenta di convincere il figlio a liberare la regina ma il figlio rifiuta. Prima di battersi con lui il cavaliere dovrà attendere la guarigione delle ferite procuratesi sul ponte. II mattino seguente, curato da un vecchio medico, il cavaliere è già pronto per il duello. Lo scontro è violento, molta gente vi assiste, compresa la regina che per la prima volta nel romanzo pronuncia il nome del cavaliere della carretta: Lancillotto del Lago. Il re, preoccupato per il figlio, interrompe il duello. Si trova un accordo: Meleagant libererà la regina a condizione che entro un anno Lancillotto si batta di nuovo con lui.

Il rifiuto della regina
Si direbbe vicino un lieto fine ma con un colpo di scena la regina rifiuta di andare con Lancillotto al quale non rimane che prepararsi a ripartire. Per una tradizione locale il permesso che ha Lancillotto di lasciare il paese vale anche per tutti i prigionieri che vi si trovavano al momento del duello, tuttavia una parte di costoro sceglie di rimanere con la regina.
La regina dovrà pentirsi poco dopo, quando le giunge la falsa notizia della morte di Lancillotto il quale a sua volta crederà morta la regina e tenterà il suicidio.

L'incontro amoroso
Lancillotto alla finestra della donna amata scardina l'inferriata per entrare, facendolo si ferisce una mano ma ha ben altro da pensare ... dopo una notte d'amore il cavaliere riesce dalla finestra rimettendo l'inferriata al suo posto senza notare le macchie di sangue che la sua mano ha lasciato sulle lenzuola della regina.
Il perfido Meleagant al mattino nota le macchie di sangue e accusa il siniscalco Keu di essere stati nel letto della regina. Keu è infatti ancora sanguinante per il suo scontro con Meleagant e questi gli impedisce di guarire facendogli somministrare sostanze tossiche da un medico corrotto.
Per difendere l'onore della regina e la lealtà del siniscalco, Lancillotto sfida Meleagant e i due si battono ma il re interrompe il duello.

Il ponte sommerso
Lancillotto, seguito dalla consueta folla di ex prigionieri, si avvia al ponte sommerso alla ricerca di Galvano ma durante il viaggio si allontana dai compagni e viene catturato dagli uomini di Meleagant. Gli altri decidono di proseguire la marcia e raggiungono il ponte sommerso dove trovano Galvano in procinto di annegare, lo salvano e lo accompagnano alla reggia di Baudemagu. Si cerca Lancillotto in ogni angolo del regno e dopo molti giorni un valletto porta alla regina una lettera: Lancillotto è vivo, si trova presso re Artù e invita la regina a raggiungerlo. Ma la lettera è falsa e alla corte di Artù tutti ignorano il destino di Lancillotto.

Il torneo: al peggio e al meglio
Lancillotto è prigioniero nella casa di un siniscalco di Meleagant e quando li giunge la notizia di un torneo indetto nel regno di Artù convince la moglie del suo carceriere a lasciarlo andare, giurando di tornare dopo essersi battuto.
Durante il torneo la regina mette alla prova la fedeltà di Lancillotto facendogli avere un laconico messaggio: al peggio, il cavaliere la accontenta battendosi malissimo e subendo la derisione degli altri contendenti. Un secondo messaggio della regina lo invita a combattere al meglio e Lancillotto si serve di tutta la sua grande esperienza di combattimenti per sconfiggere tutti gli avversari. Alla fine del torneo tutti sono concordi nell'affermare che quel cavaliere sconosciuto è stato il più valoroso, ma Lancillotto è già ripartito per tornare alla sua prigione come aveva giurato.

La torre
Quando Meleagant viene a sapere della temporanea fuga di Lancillotto fa costruire una torre alta e forte nella quale rinchiude il suo prigioniero. Tutte le uscite vengono murate lasciando solo una piccola finestra per passare il cibo. Trascorso l'anno di tregua, Meleagant si reca alla corte di Artù per battersi con Lancillotto il quale, ovviamente, non è presente. Galvano si offre di battersi al posto di Lancillotto se questi non tornerà dopo un altro anno.
Meleagant ha una sorella che un giorno ascoltando una lite tra il padre e il fratello apprende che Lancillotto è prigioniero e giura di liberarlo, infatti dopo molti giorni di ricerche trova la torre e aiuta Lancillotto ad evadere. Grazie alle cure premurose della giovane, in breve Lancillotto è di nuovo in piena forma e chiede congedo alla sua liberatrice per potersi vendicare del male che Meleagant gli ha fatto.

Il duello finale
Di nuovo alla reggia di Artù, Meleagant cerca Galvano per sfidarlo. Memore del suo impegno, Galvano indossa l'armatura per affrontare il duello. E' già sul cavallo quando improvvisamente appare Lancillotto. Tutti accorrono a circondare il cavaliere con stupore e gioia, Galvano si offre di duellare comunque contro Meleagant ma Lancillotto giura che sarà lui a ricompensare degnamente l'infamia di Meleagant. Nell'ultima pagina del racconto viene descritto il terribile duello che si conclude con la decapitazione di Meleagant e l'entusiasmo degli spettatori.

In chiusura...
In chiusura il lettore viene informato che gli ultimi capitoli del romanzo (dall'incarcerazione di Lancillotto nella torre) sono stati scritti dal chierico Godefroi de Leigni, "con l'accordo e il gradimento dello stesso Chrétien".