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Zodiaco



Il concetto astronomico dello Zodiaco come serie di dodici costellazioni che occupano altrettante parti della sfera costruita sull'ellittica percorsa dal sole e dalla nua risale ad epoche molto antiche ed era già sicuramente noto ai Babilonesi e ai Persiani nel sesto secolo a.C.
I Greci fecero propri questi concetti non solo in ambito astronomico ma anche in quelli filosofico e religioso.
Nella filosofia di Pitagora, in questo ripresa da Platone, si sviluppò l'idea del rapporto fra gli eventi celesti ed i casi umani come rapporto fra l'armonia degli astri e quella dell'anima.
Più lentamente si svilupparono la relazione fra i segni zodiacali e le divinità greche e l'adozione della lettura del cielo, pratica prettamente orientale, nella cultura greca e poi greco-romana.
Con Claudio Tolomeo, vissuto nel secondo secolo d.C., la struttura dello Zodiaco e le leggi che lo governano vennero codificate in opere fondamentali per la tarda antichità e per il medioevo non solo nel mondo occidentale ma anche in quello arabo.
La suddivisione in dodici parti dello Zodiaco poteva facilmente essere posta in relazione con i mesi dell'anno e tramite questi con le stagioni, quindi con il lavoro e con l'agricoltura ma anche, per analogia, con le fasi della vita umana (primavera = infanzia, ecc.) e da qui con il destino degli uomini stessi.
Queste analogie, questi schemi di pensiero che tanto bene si confacevano alla mentalità medievale, determinarono il successo dello Zodiaco e dell'astrologia nonostante i relativi studi fossero stati in un primo momento condannati dalla Chiesa.


Riferimenti letteratura:
  • Plinio il Vecchio - Storia Naturale
  • Macrobio - Saturnali
  • Fozio - Biblioteca
  • Nonno di Panopoli - Dionisiache




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