4/vgF0McT6WBi1RPOKg40mK96lk1bJq1dTncfbVzjMYsVgdkLfU3L2ZoQ

Sunelweb
    
Guida rapida
A B C D E F G H I J K L M
N O P Q R S T U V W Y Z  
 

Setea



In un racconto di origine a noi ignota le donne troiane deportate dagli Achei dopo la caduta della loro città incendiano le navi durante una sosta sulle coste italiche per impedire ai loro carcerieri di proseguire il viaggio al termine del quale le attende la schiavitù.
Strabone (VI, 262) colloca l'evento in Calabria presso il fiume Neeto, oggi Neto. Dionigi di Alicarnasso in Campania.
Licofrone ambienta l'incendio in Calabria presso il fiume Crati e racconta che Setea (nome che compare solo nell'Alessandra) fu la promotrice dell'iniziativa e venne crocifissa dagli Achei.
Virgilio, nel quinto libro dell'Eneide, narra l'episodio con un'importante variazione: le Troiane incendiarie non sono schiave degli Achei ma compagne di Enea, vengono convinte dalla dea Iride inviata da Giunone che fingendosi la loro compagna Beroe le dissuade sulla possibilità di raggiungere il Lazio. Quando si scopre l'identità della dea le navi sono ormai in fiamme: spegne il fuoco una tempesta scatenata da Giove su preghiera di Enea e solo quattro navi vanno perdute.
Enea, consigliato dal saggio Naute decide di proseguire il viaggio lasciando i compagni più stanchi, gli anziani e quanti non desiderano condividere il suo destino in Sicilia dove fonderanno la città di Acesta (Segesta).


Riferimenti letteratura:
  • Virgilio - Eneide
  • Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
  • Strabone - Geografia
  • Licofrone - Alessandra





  • Indice sezione