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Pascale e Campolo



Pascale (o Pasquale) e Campolo erano nipoti del papa Adriano I e alla morte di questi si posero a capo della fazione di nobili contraria al successore Leone III.
Il 25 aprile 799 con un gruppo di compagni aggredirono Leone mentre guidaava una processione e lo percossero a sangue. Secondo un raccondo tradizionale lo accecarono e gli mozzarono la lingua ma il pontefice recuperò vista e parola grazie ad un miracolo.
Rinchiuso nel monastero di S. Erasmo al Celio, Leone fuggì con l'aiuto di un monaco e si rifugiò a Spoleto. Dopo qualche tempo raggiunse in Sassonia Carlo Magno che istituì una commissione per chiarire le accuse di spergiuro e comportamento immorale che venivano mosse a Leone III.
La commissione giudicò innocente Leone III e condannò a morte Pascale e Campolo ma il papa fece commutare la pena capitale con l'esilio, tuttavia dopo la morte di Carlo Magno li fece giustiziare.


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