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Marco Emilio Lepido triumviro
Figlio del
Lepido
sconfitto da
Lutazio Catulo
e da
Pompeo
, fu membro del
secondo triumvirato
con
Marco Antonio
ed
Ottaviano
e dopo la battaglia di
Filippi
governò l'
Africa
.
Durante il triumvirato, come i suoi colleghi, partecipò alle proscrizioni condannando, perché si opponeva alla sua politica, anche il fratello
Lucio Emilio Paolo
che riuscì a salvarsi grazie ai soldati che dovevano giustiziarlo.
Nella
Quinta Filippica
Cicerone
loda l'operato di Lepido che si è adoperato per riconciliare
Marco Antonio
e
Sesto Pompeo
evitando quella che poteva diventare una guerra civile e chiede che questo gesto venga premiato e commemorato con una statua nel
Foro
, tuttavia poco tempo dopo l'oratore cambiò atteggiamento e deprecò (
XIII Filippica
) il tentativo di Lepido di riconciliare
Antonio
con il
senato
.
Nel
36 a.C.
avanzò rivendicazioni sulla
Sicilia
e sull'
Africa
ma
Ottaviano
lo costrinse a ritirarle sconfiggendolo ed escludendolo dal
triumvirato
. Lepido si ritirò allora a vita privata conservando la carica di
pontefice massimo
.
Mentre l'astro di
Pompeo
tramontava disonorevolmente in oriente,
Ottaviano
coglieva, ancora in
Sicilia
, l'occasione di togliere di mezzo un altro personaggio, mediocre ma scomodo, della sua prima fase: quel Marco Emilio Lepido che anni prima aveva stretto con lui e con
Antonio
i patti del
secondo triumvirato
.
Lepido era certamente il meno intraprendente dei tre, gli mancava forse il prestigio che
Ottaviano
aveva ottenuto dall'adozione di
Cesare
, non godeva del carisma che
Marco Antonio
esercitava sulle truppe, o più concretamente gli difettavano le qualità ed i vizi dell'uomo di potere.
Di fatto nel periodo di circa sei anni che va dalla costituzione del
triumvirato
alla battaglia di
Nauloco
, di Lepido si parla relativamente poco. Avendo aiutato
Ottaviano
contro
Sesto Pompeo
decise di far valere le sue ragioni: con un colpo di mano si impossessò di
Messina
mentre
Ottaviano
era ancora intento ad inseguire i fuggitivi e barricatosi in quei pressi inviò ambascerie per lamentare le molte umiliazioni subite, la vuotezza del suo ruolo ed il mancato rispetto di molti accordi ed impegni da parte dei suoi colleghi
triumviri
.
Per
Ottaviano
, che non chiedeva di meglio di un pretesto per eliminarlo, furono tutte vuote querimonie, ed il povero Lepido vide il suo accampamento assediato dalle ben più cospicue forze del rivale e fu in breve costretto alla resa per fame.
Subendo l'ennesima umiliazione vestì l'abito scuro del supplice ed implorò clemenza: la sua preghiera fu ascoltata, non venne ucciso ma fu confinato da qualche parte dell'
Italia
(al Circeo secondo
Svetonio
) dove rimase sotto stretta sorveglianza per il resto della vita.
Riferimenti letteratura:
Cicerone - Filippiche
Ottaviano Augusto - Res Gestae
Velleio Patercolo - Storia romana
Svetonio - Vite dei Cesari
Plutarco - Demostene e Cicerone
Plutarco - Alessandro e Cesare
Plutarco - Vite di Demetrio e Antonio
Dione Cassio - Storia romana
Flavio Eutropio - Compendio della Storia di Roma
Agostino di Ippona - La città di Dio
William Shakespeare - Antonio e Cleopatra
William Shakespeare - Giulio Cesare
Girolamo Serra - Storia dell'antica Liguria e di Genova
Riferimenti Genealogici
Padre:
Marco Emilio Lepido
Fratelli e sorelle:
Lucio Emilio Lepido Paolo
Figli:
Emilio Lepido Marco
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