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Cele e Aulo Vibenna
I fratelli Cele e Aulo Vibenna originari di
Vulci
furono condottieri etruschi che insieme al loro compagno Mastarna vennero a
Roma
e si stabilirono sul colle che prese il nome di
Celio
.
Queste notizie sono tramandate tramite un discorso che l'imperatore
Claudio
tenne in senato e che venne registrato nell'iscrizione bronzea detta
Tabula Lugdunensis
mentre
Dionigi di Alicarnasso
accenna soltanto a un etrusco eponimo del
Celio
giunto a
Roma
ai tempi di
Romolo
.
Da questi racconti non è chiaro se l'occupazione del
Celio
fu pacifica: lo farebbe pensare il fine stesso del discorso che fu pronunciato da
Claudio
per evidenziare le antiche radici dell'ospitalità romana mentre si discuteva sulla concessione della cittadinanza alla
Gallia Comata
, tuttavia gli affreschi della tomba François di
Vulci
narrano un'altra versione. Mostrano la lotta di Aulo Vibenna e di Mastarna contro un re dei
Tarquini
che aveva fatto prigioniero Cele Vibenna, quest'ultimo viene liberato da Mastarna che - si presume - gli consegnerà una delle spade che porta con se non appena avrà sciolto le sue mani. E' da notare che l'identificazione dei personaggi rappresentati è resa certa dalle didascalie con i nomi presenti negli affreschi.
Tutto ciò porterebbe ad un'ipotesi concreta sul periodo degli ultimi
re di Roma
: il primo re etrusco,
Tarquinio Prisco
originario di
Tarquinia
, fu attaccato e sconfitto dall'esercito privato dei Vibenna di
Vulci
che presero il potere a
Roma
ponendo sul trono Mastarna con il nome romano di
Servio Tullio
, morto il quale i
Tarquini
ripresero il potere.
Non deve stupire che questa versione differisca tanto da quella tradizionale romana perché gli autori romani tendevano a nascondere o minimizzare gli episodi in cui
Roma
subì la volontà di personaggi stranieri.
Il nome Mastarna (o Maxtarna) potrebbe corrispondere al latino
magister
per indicare una posizione di comando ma è stato ipotizzato che significhi invece
del comandante
, quindi un aiutante o servitore del vero capo che in questo caso sarebbe Cele Vibenna. Questa posizione servile del Mastarna etrusco ben si accorderebbe con il personaggio di
Servio Tullio
, figlio di una schiava, non romano. Non sappiamo se Cele Vibenna arrivò a
Roma
, infatti la dedica del
colle Celio
potrebbe essere stata un omaggio alla memoria di un caduto, ma se Mastarna assunto il nome romano di
Servio Tullio
salì al trono potrebbe significare che Cele sia morto durante la marcia o una volta giunto in città , forse eliminato dallo stesso Mastarna dopo aver regnato per un breve periodo.
Quale sia stato il destino di Aulo Vibenna rimane oscuro: cercò altrove la propria fortuna o forse fu anche lui eliminato da Mastarna che fece prevalere la sua forza di capo militare sui diritti ereditari di Aulo.
Arnobio
, scrittore cristiano del
quarto secolo
, (
Adversus nationes VI, 7
) citando
Sammonico
e altre fonti per noi perdute fino a
Fabio Pittore
, afferma che sul
Campidoglio
fu rinvenuta la testa di Aulo Vibenna (
Olus Vulcentanus
cioè Aulo di Vulci), da qui il nome del colle
Caput-Oli -> Capitolium
.
Il personaggio, prosegue
Arnobio
, fu ucciso da uno schiavo e gli fu negata sepoltura in patria. Lo schiavo era forse Mastarna alias
Servio Tullio
? Il rifiuto della sepoltura potrebbe dipendere indicare che i Vibenna lasciarono
Vulci
per ribellione o per espulsione.
Il nome Aulo Vibenna (
Avles Vipinas
) compare anche su un vaso rinvenuto a
Veio
e su altri reperti.
Riferimenti letteratura:
Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
Tacito - Annali
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