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Quinto Marcio Barea Sorano



Figlio dell'omonimo che fu console suffetto e governatore d'Africa, fratello di Quinto Marcio Barea Sura e zio di Marcia madre di Traiano.
Sposò Servilia Considia e fu padre di Marcia Servilia Sorana.
Nel 52 fu console suffetto sotto Claudio e più tardi ebbe la carica di proconsole in Asia. Nonostante il suo comportamento esemplare nella provincia, fu accusato di aver operato per acquisire potere e di aver suscitato una rivolta contro Nerone.
Fu intentato un processo contro Barea Sorano e contro la figlia Servilia, accusata di essersi servita di negromanti.
Egnazio Celere, cliente e amico di Barea Sorano, si lasciò corrompere e testimoniò contro di lui. Servilia ammise di aver consultato degli indovini, non per praticare la magia ma solo per farsi predire l'esito del processo, tuttavia la sua affermazione fu considerata come ammissione di colpa. Sorano e la figlia furono condannati a morte nel 66.
L'amico Asclepiodoto Cassio che si era rifiustato di tradire Sorano fu privato dei beni e mandato in esilio mentre il cavaliere Ostorio Sabino che nel processo era stato il principale accusatore ebbe un premio in denaro e la nomina a questore.


Riferimenti letteratura:
  • Tacito - Annali




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