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Lettera a Tito
1)
Paolo di Tarso
si rivolge al suo discepolo
Tito
qualificandosi come
servo di Dio
e
apostolo di
Gesù Cristo
e chiamando il destinatario
mio vero figlio nella fede
.
Paolo
ha lasciato a
Creta
Tito
- così scrive - con il compito di scegliere un presbitero (vescovo) in ogni città . Con questa lettera fornisce a
Tito
istruzioni e consigli per meglio adempiere al suo compito.
Il presbitero deve essere irreprensibile, cioè sposato una sola volta, con figli credenti e obbedienti, non deve essere arrogante, iracondo, dedito al vino, violento, avido. Deve invece essere ospitale, amante del bene, assennato, giusto, pio, padrone di se e inoltre deve conoscere la dottrina in modo da poterla divulgare confutando gli oppositori.
Definito così il candidato ideale,
Paolo
mette in guardia gli "spiriti insubordinati, chiacchieroni e ingannatori della gente, soprattutto fra quelli che provengono dalla circoncisione" e prosegue con affermazioni antigiudaiche sorprendentemente forti. Di quanto insegnavano gli
Ebrei
sembra approvare soltanto un'affermazione:
I
Cretesi
sono sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri
e di conseguenza
Tito
dovrà correggerli con fermezza.
2) Ciò che
Tito
dovrà insegnare ai
Cretesi
: i vecchi siano sobri, dignitosi e pazienti, le donne anziane non devono essere maldicenti e schiave del vino ma devono educare le giovani ad essere
prudenti, caste, dedite alla gamiglia, sottomesse ai propri mariti
,
Tito
dovrà essere di esempio ai giovani con il proprio comportamento e dovrà esortare gli schiavi ad essere sottomessi ai padroni.
Tutto questo, secondo
Paolo
, è vivere con giustizia e pietà in questo mondo in attesa di essere beati nell'altro.
3) E ancora: si deve essere sottomessi ai magistrati e alle autorità , si deve essere mansueti perché il Signore ci ha salvato
mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo effuso da lui su noi abbondantemente per mezzo di
Gesù Cristo
.
Paolo
raccomanda a
Tito
di guardarsi
dalle questioni sciocche, dalle genealogie e dalle contese intorno alla legge
. Di nuovo critiche alla pratica religiosa ebraica e, si direbbe, alla dottrina veterotestamentaria. Notevole il riferimento alle genealogie ... chissà cosa pensava
Paolo
della genealogia di
Gesù
che apre il
Vangelo di Matteo
...?
La lettera si chiude con raccomandazioni pratiche riguardo all'accoglienza per altri discepoli che presto raggiungeranno
Tito
e con i saluti.
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