4/vgF0McT6WBi1RPOKg40mK96lk1bJq1dTncfbVzjMYsVgdkLfU3L2ZoQ

Sunelweb
    
Guida rapida
A B C D E F G H I J K L M
N O P Q R S T U V W Y Z  
 

Lettera a Tito



1) Paolo di Tarso si rivolge al suo discepolo Tito qualificandosi come servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo e chiamando il destinatario mio vero figlio nella fede.
Paolo ha lasciato a Creta Tito - così scrive - con il compito di scegliere un presbitero (vescovo) in ogni città. Con questa lettera fornisce a Tito istruzioni e consigli per meglio adempiere al suo compito.
Il presbitero deve essere irreprensibile, cioè sposato una sola volta, con figli credenti e obbedienti, non deve essere arrogante, iracondo, dedito al vino, violento, avido. Deve invece essere ospitale, amante del bene, assennato, giusto, pio, padrone di se e inoltre deve conoscere la dottrina in modo da poterla divulgare confutando gli oppositori.
Definito così il candidato ideale, Paolo mette in guardia gli "spiriti insubordinati, chiacchieroni e ingannatori della gente, soprattutto fra quelli che provengono dalla circoncisione" e prosegue con affermazioni antigiudaiche sorprendentemente forti. Di quanto insegnavano gli Ebrei sembra approvare soltanto un'affermazione: I Cretesi sono sempre bugiardi, male bestie, ventri pigri e di conseguenza Tito dovrà correggerli con fermezza.
2) Ciò che Tito dovrà insegnare ai Cretesi: i vecchi siano sobri, dignitosi e pazienti, le donne anziane non devono essere maldicenti e schiave del vino ma devono educare le giovani ad essere prudenti, caste, dedite alla gamiglia, sottomesse ai propri mariti, Tito dovrà essere di esempio ai giovani con il proprio comportamento e dovrà esortare gli schiavi ad essere sottomessi ai padroni.
Tutto questo, secondo Paolo, è vivere con giustizia e pietà in questo mondo in attesa di essere beati nell'altro.
3) E ancora: si deve essere sottomessi ai magistrati e alle autorità, si deve essere mansueti perché il Signore ci ha salvato mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo effuso da lui su noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo.
Paolo raccomanda a Tito di guardarsi dalle questioni sciocche, dalle genealogie e dalle contese intorno alla legge. Di nuovo critiche alla pratica religiosa ebraica e, si direbbe, alla dottrina veterotestamentaria. Notevole il riferimento alle genealogie ... chissà cosa pensava Paolo della genealogia di Gesù che apre il Vangelo di Matteo ...?
La lettera si chiude con raccomandazioni pratiche riguardo all'accoglienza per altri discepoli che presto raggiungeranno Tito e con i saluti.

Indice sezione