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Bartolomeo Ammannati



Bartolomeo di Antonio Ammannati nacque a Settignano il 15 giugno 1511. Rimasto orfano di padre a dodici anni, divenne apprendista nella bottega di Baccio Bandinelli e dopo alcuni anni si recò a Venezia presso Iacopo Sansovino.
Dopo un breve soggiorno tornò a Firenze per studiare approfonditamente le sculture di Michelangelo. A questo periodo risalgono le sue prime opere in gran parte perdute, rimangono le statue di San Nazario, di Davide e di Giuditta che ornano la tomba di Jacopo Sannazzaro a Napoli.
Poiché a Firenze Bandinelli ostacolava per gelosia la sua attività, nel 1537 Ammannati formò a Venezia dove realizzò, tra l'altro, un Ercole colossale per un committente di Padova. Nel 1550 passò a Urbino dove sposò la poetessa Laura Battiferri, quindi si trasferì a Roma chiamato dal Vasari che gli assegnò la commissione di quattro statue per una cappella di San Pietro in Montoro.
Nel 1555 tornò ancora a Firenze sui invito del duca Cosimo I che lo impiegò come scultore e come architetto. In questi anni Ammannati realizzò le sue opere più famose come la criticata fontana del Nettuno in piazza della Signoria, l'Appennino per la villa medicea di Castello e la fontana di Sala Grande.
Come architetto, dopo l'alluvione del 1558, lavorò al restauro dei ponti dell'Arno e alla ricostruzione del ponte della Trinità. Ancora a Firenze progettò il cortile di Palazzo Pitti e vari edifici, a Roma realizzò i palazzi Rucellai e Gaetani.
Dai primi anni settanta del suo secolo iniziarono i suoi contatti con l'ordine dei Gesuiti per il quale realizzò il Collegio Fiorentino (Palazzo degli Scolopi) e elaborò progetti per il Collegio Romano, l'attribuzione del quale è tuttavia controversa.
Da anziano ebbe una crisi religiosa che lo portò a rinnegare le sue opere giovanili paganeggianti (soprattutto i nudi!) e lo avvicinò alle dottrine della Controriforma.
Morì a Firenze il 13 aprile 1592 e fu sepolto nella chiesa gesuita di San Giovannino che lui stesso aveva progettato, insieme alla moglie morta nel 1589.
Vasari ricorda che nel 1564 Ammannati fece parte di della commissione che curò le onoranze funebri e la sepoltura di Michelangelo insieme al Bronzino, a Benvenuto Cellini e allo stesso Vasari.


Riferimenti letteratura:
  • Giorgio Vasari - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti




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