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Gaio Fabrizio Luscino
Console nel
282 a.C.
con
Quinto Emilio Papio
e nel
278 a.C.
ancora con
Quinto Emilio Papio
.
Censore nel
275 a.C.
.
Famoso soprattutto per la sua incorruttibilità e per l'onestà dimostrata verso
Pirro
, al quale avrebbe svelato un tentativo di tradimento.
Mandato, appunto a trattare con
Pirro
dopo la sconfitta di
Ascoli
rifiutò l'oro che questi gli offriva come pegno d'amicizia e ricordo dell'ospitalità .
Durante la censura rivide gli albi senatori ed espulse dal senato
Publio Cornelio Rufino
perché nella sua casa fu trovata una quantità eccessiva di argenteria. Secondo
Plutarco
, che non nomina Luscino ma riferisce l'episodio nella
Vita di Silla
a proposito di
Rufino
, si trattava di dieci libbre, circa tre chilogrammi, quantità che in effetti non sembra esagerata anche se all'epoca per i
Romani
l'argento era raro, per questo la critica moderna presume che la violazione di
Rufino
comportasse anche altri reati come ricettazione o evasione fiscale.
Anche
Ovidio
nei
Fasti (I, 208)
allude alla vicenda parlando dei costumi antichi:
Et levis argenti lammina crimen erat
Nonostante tutto, come raccontano
Cicerone
nel
De Oratore
,
Aulo Gellio
ed altri autori, Luscino aiutò
Rufino
ad ottenere il consolato nel
290 a.C.
affermando: "Preferisco essere derubato da un cittadino che venduto da un nemico", perché
Rufino
era avido e intrigante ma esperto di cose militari.
Riferimenti letteratura:
Cicerone - Dell'amicizia
Cicerone - Dell'Oratore
Ovidio - Fasti
Aulo Gellio - Notti Attiche
Giustino - Epitome delle Storie Filippiche Di Pompeo Trogo
Plutarco - Vite di Lisandro e Silla
Agostino di Ippona - La città di Dio
Theodor Mommsen - Storia di Roma Antica
Vedi anche:
Cronologia dei magistrati romani
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