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Simone Vignoso



Nel 1346 le famiglie nobili genovesi in esilio si coalizzarono intorno ai Grimaldi ed armarono una flotta per attaccare Genova e riprendere il potere.
Il doge Giovanni da Murta, non disponendo di fondi sufficienti, fece ricorso al prestito dei privati garantito dallo stato e riuscì a finanziare la preparazione di ventinove galee da duecento uomini ciascuna. Il comando di questa flota fu affidato a Simone Vignoso che tuttavia non riuscì a combattere perché gli avversari, ritenendosi inadeguati,si spostarono a Marsiglia rinunciando ad opporre resistenza.
Vignoso ebbe l'ordine di liberara l'isola di Chio che era stata occupata dai Turchi. Lungo il percorso liberò Terracina assediata dal conte di Fondi.
Giunti a Creta, i Genovesi incontrarono ventisei galee dei Veneziani e dei Cavalieri di Rodi che si stavano preparando ad occupare Chio. I comandanti di questa flotta offrirono denaro a Vignoso per non esserne ostacolati ma il genovese rifiutò e raggiunta Chio mise in guardia gli abitanti ma questi non accettarono i suoi consigli e la protezione di Genova.
A questo punto, Vignoso occupò il porto di Chio non senza subire perdite, passò quindi ad assediare la città che si arrese dopo pochi giorni.
Per organizzare e dirigere le attività mercantili dell'isola fu costituita una società detta Maona i suoi azionisti erano i privati che avevano finanziato l'allestimento delle navi.
Vignoso espugnò e riportò sotto il controllo genovese anche Focea Vecchia e Focea Nuova. Avrebbe voluto continuare l'impresa e conquistare altri emporii ma poichè gli equipaggi rifiutarono di seguirlo rimandò l'armata a Genova e tornò a Chio dove fu podestà nel 1350.
Non si hanno altre notizie su Simone Vignoso e non si conosce la data della sua morte.

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