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Fra' Dolcino
Davide Tornielli, nato a Prato Sesia nel Novarese nel
1250
, era probabilmente figlio di un prete. Nel
1291
entrò a far parte del movimento degli Apostolici, fondato dal predicatore Gerardo Segarelli, che adottava come regola di vita la povertà e la comunanza dei beni come le aveva esercitate la prima comunità dei seguaci di
Gesù
.
Gli Apostolici lavoravano ed elemosinavano, la loro vita comprendeva lunghe ore di preghiera e lunghi digiuni, non praticavano il celibato. Diversamente dai Francescani non si sentivano obbligati ad obbedire alla Chiesa e al clero, rivendicavano il diritto del laico di predicare la propria religione.
Critica dei costumi clericali, predicazione della povertà e promiscuità sessuale, procurarono agli Apostolici l'ostilità della Chiesa che culminò nel
1290
con la piena condanna pronunciata dal papa
Niccolò IV
e con il rogo nel
1300
del fondatore Gerardo Segarelli.
Davide Tornielli, assunto il nome di Fra' Dolcino, predicò nella zona del
Lago di Garda
e nel
Trentino
con l'aiuto della sua compagna Margherita Boninsegna. La dottrina predicata da Dolcino indicava tre epoche nella storia dell'umanità : quella dell'
Antico Testamento
, quella di
Gesù
e dei Suoi
Apostoli
e, la terza, quella della Chiesa. Contrariamente agli insegnamenti evangelici, la Chiesa tendeva ad ottenere il potere e la ricchezza, contro questa colpevole tendenza avevano agito
Benedetto
,
Francesco
e Domenico, ma ormai per tornare alla purezza evangelica era necessaria la morte di tutti i chierici e di tutti i monaci.
Dotato di capacità oratorie e di grande carisma, Dolcino raccolse intorno a se migliaia di seguaci predicando nella Valsesia e facendo leva anche sulla grande miseria in cui viveva la popolazione rurale di quella regione.
Il movimento di Dolcino ebbe per qualche tempo la protezione di Matteo Visconti, ma quando questa venne meno i Dolciniani furono assediati sul Monte Rubello nel Biellese da milizie armate agli ordini di Raniero degli Avogadro vescovo di
Vercelli
. Gli aiuti che gli assediati ricevevano dalla popolazionecessareno per le rappresaglie dei soldati e i Dolciniani, ormai isolati, si arreserò il 23 marzo
1307
. Tutti i presenti nel fortilizio che avevano costruito furono trucidati sul posto.
Dolcino dovette assistere alla morte sul rogo della sua compagna Margherita e del suo luogotenente Longino, egli stesso fu lungamente torturato e condotto su un carro nel centro di
Vercelli
dove fu arso vivo il 1° giuglio
1307
.
Dante
cita Dolcino nella Divina Commedia destinandolo alla nona bolgia dell'ottavo cerchio dell'Inferno con i seminatori di discordia ma il viaggio ultramondano del Poeta è ambientato nel
1300
, anno in cui Dolcino era ancora vivo, perciò la sua dannazione viene predetta dall'ombra di Maometto.
Riferimenti letteratura:
Divina Commedia - Inferno
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