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Augure
Gli
auguri
costituivano un collegio molto importante nella vita politica interna di
Roma
. In origine erano tre, poi il loro numero fu portato a quindici e infine a sedici.
Avevano il compito di interpretare i segni (fulmini, tuoni, volo di uccelli, ecc.) che si credevano mandati dagli dei per esprimere la loro volontà riguardo alle imprese che i
Romani
si impegnavano a compiere. Godevano di grandissima autorità , i vari magistrati potevano prendere auspici per conto loro indipendentemente, ma il parere degli
auguri
era quello definitivo anche perchè la tradizione ricordava molti casi il cui esito negativo era attribuito al fatto che non si fosse dato loro ascolto.
Nel collegio degli
auguri
si entrava per cooptazione, spesso si verificava che il figlio subentrasse al padre come nel caso di
Tiberio Gracco
che divenne augure alla morte del padre nel
148 a.C.
Riferimenti letteratura:
Cicerone - Filippiche
Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
Livio - Storia di Roma
Ovidio - Fasti
Aulo Gellio - Notti Attiche
Machiavelli - Discorsi sulla prima decade di Tito Livio
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