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Pontefice



La massima autorità religiosa nell'antica Roma.
I pontefici avevano il compito di sovraintendere al culto pubblico e di dettare le regole per lo svolgimento di tutte le cerimonie religiose. Vigilavano inoltre sugli altri istituti sacerdotali, particolarmente sulle Vestali che erano poste direttamente sotto la loro autorità.
I pontefici avevano anche compiti pubblici come la costruzione dei ponti sul Tevere, la loro manutenzione e la vigilanza sulla loro sicurezza. Secondo alcune fonti la loro denominazione trae origine proprio da questa incombenza.
Provenienza immagine: dalla rete
Marco Emilio Lepido
Pontefice massimo dal 180 al 152
CC BY-SA 3.0,
https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=187715
Il collegio dei Pontefici, presieduto dal Pontefice Massimo, soprattutto nei tempi più antichi aveva autorità in campo giuridico: erano i pontefici, cioè, a stabilire quali riti e quali formalità fosse opportuno applicare alle varie circostanze della vita privata, pubblica e politica. In epoche in cui il diritto non era ancora codificato il responso di un pontefice, o dell'intero collegio quando i quesiti venivano posti dai magistrati pubblici, costituivano la definitiva interpretazione della norma o della consuetudine.
Nella tradizione il collegio dei Pontefici, era composto di cinque membri ed era riservato ai patrizi. fu istituito da Numa Pompilio che, secondo Livio, nominò pontefice massimo suo genero Numa Marcio.
Nel 300 a.C. con la Lex Ogulnia la carica divenne accessibile anche ai plebei e il numero dei pontefici fu portato a nove. Nel 250 a.C. il giureconsulto Tiberio Coruncanio fu il primo plebeo ad essere eletto pontefice massimo.
Fino alla "svolta" della Lex Ogulnia i pontefici pronunciavano le loro decisioni dopo essersi consultati in segreto in modo di mantenere a loro riservata questa funzione e non divulgare i principi del diritto. Successivamente questo comportamento cambiò, la dottrina dei pontefici divenne più accessibile a chi intendesse conoscerla e al collegio rimase riservata soltanto la materia sacrale e religiosa.
Il prestigio del pontefice massimo fu sempre molto grande e la carica fu ambita dalle più importanti famiglie e da personaggi come Giulio Cesare, che la ottenne nel 73 a.C., e come Ottaviano Augusto che la rivestì dal 12 a.C. e la rese prerogativa costante degli imperatori.
Annualmente i pontefici redigevano un resoconto degli eventi più importanti e questi documenti furono certamente utilizzati dalle fonti storiografiche antiche e che furono riuniti nel secondo secolo a.C. in una raccolta intitolata Annales Maximi,
Aulo Gellio racconta che nella residenza del pontefice massimo si conservavano le "sacre aste" e gli scudi (ancilia) di Marte. Si riteneva che queste armi si scuotessero da sole per annunciare gravissimi eventi. Un antico senatoconsulto decretava che in questi casi si dovessero compiere sacrifici con vittime adulte.


Riferimenti letteratura:
  • Livio - Storia di Roma
  • Dionigi di Alicarnasso - Storia di Roma Antica
  • Cicerone - La Repubblica
  • Ottaviano Augusto - Res Gestae
  • Aulo Gellio - Notti Attiche
  • Dione Cassio - Storia romana
  • Plutarco - Licurgo e Numa
  • Plutarco - Alessandro e Cesare
  • Agostino di Ippona - La città di Dio
  • Theodor Mommsen - Storia di Roma Antica




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