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Religione romana (Alcune note)



I più antichi collegi sacerdotali romani erano dedicati a Marte: sacerdote del dio era il Flamine Marziale (accenditore di Marte) che gli tributava uno speciale sacrificio arso. Per Marte dodici giovani detti Salii (saltatori) eseguivano in marzo una danza sacra intonando canti.
Vi erano inoltre sacerdoti della ninfa Carmenta, di Vulcano, delle divinità del porto e del fiume.
Fra i riti più antichi la festa del lupo in cui i 'lupi' saltavano nudi, cinti di una pelle di capro e colpivano con corregge i passanti.
Ai flamini marziali si aggiunse il Flamine Diale, sacerdote di Giove.
Alla dea del focolare comune, Vesta, fu dedicato un collegio di sei vergini che dovevano conservare sempre ardente il fuoco nel tempio. Questa forma di culto sarà la più sacra e radicata nonché l'ultima ad estinguersi con la fine del paganesimo.
A poco a poco furono istituiti altri collegi sacerdotali dedicati alle varie divinita finché se ne contarono quindici.
Gran parte di questi aspetti del culto romano trovano origine nella religione comune dei Latini e, forse, anche delle genti sabelliche.
Nella religione romana i sacerdoti svolgevano i sacrifici ed anche altri riti, ma non avevano funzione di intermediari fra il fedele e la divinità nella preghiera: il romano si rivolgeva direttamente ai suoi dei per le sue devozioni. Per questo dialogo con la divinità si rendeva dunque necessario 'conoscere il linguaggio degli dei' e saperne interpretare i segni. Sorsero così nel tempo dei consorzi di esperti di carattere non sacerdotale ma civile che furono i depositari della prassi religiosa e - in senso lato - della cultura: gli auguri ed i pontefici.
I sei auguri sapevano interpretare la lingua degli dei dal volo degli uccelli.
I pontefici derivavano il proprio nome dall'originario incarico di costruire i ponti sul Tevere, erano quindi in origine degli ingegneri ed ebbero anche il compito di tenere il calendario, di annunciare il plenilunio e le festività e di vigilare sul corretto svolgimento di tutte le funzioni religiose.
Inoltre i pontefici venivano consultati per controllare che le leggi e gli atti pubblici che si svolgevano non contrastassero il alcun modo il diritto divino.
Alla stessa categoria di esperti o saggi religiosi appartenevano i 'feciali' che avevano il compito di conservare i trattati e gli accordi con gli stati stranieri ed in caso di ostilità tentare la conciliazione o curare la dichiarazione di guerra.
Sacerdoti, auguri, pontefici, ecc. ebbero grande considerazione e spesso grande autorità, tuttavia erano giuridicamente dei semplici cittadini e come tali soggetti al rispetto delle leggi dello Stato. Anche nell'esercizio delle proprie funzioni dovevano limitarsi ad agire come 'consulenti', interpretando le risposte divine per il postulante e solo quando ne erano richiesti.
Centro di tutti i rituali romani è il sacrificio: ciò deriva dall'intento del romano di partecipare alla divinità la parte migliore della propria vita (il cibarsi di carne era praticamente limitato alle festività) per ottenerne il favore o per placarne l'ira.
Sostanzialmente il rapporto fra l'uomo e la divinità è considerato alla stregua di un contratto in cui l'uomo deve onorare il proprio debito verso un dio creditore e poco tollerante. In questo senso anche il voto è un patto fra l'uomo, che chiede una prestazione in cambio di qualcosa, ed il dio al quale la prestazione viene richiesta.




Influenze etrusche sulla religione romana

Nella religione romana prima degli Etruschi mancava la concezione antropomorfica degli dei. Si adoravano i numina, forze divine inserite nella natura.
Erano in uso pratiche magiche per la difesa contro il male tramite il circolo chiuso che consistevano in formule che funzionavano solo se pronunciate correttamente.
Gli Etruschi introdussero a Roma le statue degli dei ed i templi considerati loro dimora. I Romani si abituarono all'idea di rappresentare gli dei in forma umana anche se, specialmente fra i contadini, rimasero fino all'età più tarda antiche concezioni come il ritenere che certi luoghi (grotte, boschetti, ecc.) fossero residenze fi presenze divine astratte.
Il tempio di Giove Ottimo Massimo che fu edificato sul Campidoglio era una costruzione tipicamente etrusca ed artisti etruschi furono chiamati a realizzare le statue che lo ornavano.



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