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Simone Boccanegra
Nato all'inizio del
XIV secolo
, Simone Boccanegra fu eletto nel
1339
doge a vita di
Genova
.
Primo doge di Genova
L'istituzione di questa carica, di evidente modello veneziano, sostituiva un collegio di
abati del popolo
e uno di nobili
1
e segnava per
Genova
la fine dell'ordinamento comunale che aveva conosciuto negli anni precedenti una grave crisi a causa della competizione fra
Guelfi e Ghibellini
.
L'importanza del cambiamento suscitò intemperanze popolari: vennero trovati e dati alle fiamme i registri dei redditi, dei crediti dello stato e delle gabelle
2
.
La lotta contro la nobiltÃ
Simone Boccanegra, appartenente ad una ricca famiglia di mercanti che già dal secolo precedente avevano rivestito importanti cariche pubbliche, difese con energia il nuovo ordinamento nei confronti dell'opposizione ed in particolare dei feudatari ribelli.
In passato molte terre si erano sottratte al governo della Repubblica ed erano dominate dai nobili in modo più o meno legittimo. Boccanegra distrusse le fortezze di San Maurizio e di Andora, riscattò per denaro il castello di
Lerici
mentre chi occupava il castello di
Tassarolo
si arrese spontaneamente.
Dal canto suo la nobiltà tentò in vari modi di ripristinare l'ordinamento precedente: Boccanegra venne a conoscenza di una congiura della quale fece giustiziare i capi.
Nel
1341
il doge soccorse con tre galee comandate da Giovanni de Mari la città di
Albenga
attaccata da Giorgio del Carretto marchese di Finale. Quest'ultimo accettò di trattare e fu invitato a
Genova
ma, giunto in città , fu catturato e imprigionato nel palazzo ducale, poi nella prigione della Grimaldina e infine del carcere della Malapaga. I suoi feudi (Finale, Varigotti e Cervo) furono trasferiti al doge ma il marchese rimase prigioniero fino al
1344
.
La politica estera
Rinnovò per venticinque anni la pace con
Pisa
, facilitando il traffico commerciale delle navi genovesi, condusse buoni rapporti con il Papato ed appoggiò con la flotta il re di
Alfonso XI re di Castiglia
contro il sultano del Marocco.
In Oriente rafforzò le colonie genovesi ottenendo successi contro i Turchi ed i Tartari. Dopo la sconfitta subita a Caffa, stazione marittima dei
Genovesi
, il khan dei Tartari Gani Bek (o Ichanisbeck) inviò una legazione a
Genova
per trattare la pace, gli ambasciatori furono ricevuti da Simone Boccanegra che ottenne l'indennizzo per le spese di guerra.
Nel
1344
Boccanegra protestò presso il re di
Inghilterra
Edoardo III
che aveva fatto catturare sei navi genovesi come rappresaglia ai danni di
Genova
che aveva aiutato i
Francesi
contro gli
Inglesi
. La questione fu risolta per vie diplomatiche.
Nello stesso anno il papa
Clemente VI
promosse una lega tra
Venezia
,
Genova
,
Cipro
e
Rodi
che liberò la città di
Smirne
che era stata occupata dai Turchi. Contemporaneamente una flotta genovese comandata da Simone da Quarto liberava il
Mar Nero
da dodici navi corsare turche.
Le dimissioni
Le famiglie esiliate non cessarono di tramare per riprendere il potere a
Genova
e anche i nobili rimasti in città suscitavano preoccupazioni del doge che tentò di migliorare la situazione chiamando la nobiltà cittadina a regnare con lui. Fu in effetti costituito un consiglio di dodici membri (sei nobili e sei del popolo) che doveva dividere con il doge le responsabilità di governo. Intanto i fuoriusciti si radunavano a Busalla e da qui occuparono alcuni quartieri periferici di
Genova
mentre altri nobili cacciavano i funzionari genovesi da Rapallo, Chiavari e Recco.
Il dogato di Simone Boccanegra, inoltre, suscitò forti scontenti anche nella fazione popolare che lo aveva appoggiato, tanto che il doge rassegnò le dimissioni e si trasferì a
Pisa
presso il fratello Niccolò, ivi Capitano del Popolo.
Il ritorno
Nel
1356
tornò a
Genova
dove prese parte alla lotta contro il presidio visconteo che aveva occupato la città . Cacciati i
Milanesi
fu di nuovo eletto Doge a vita.
Le ostilità con i
Visconti
durarono negli anni successivi, nonostante la pace firmata nel
1358
.
Durante il suo secondo dogato, Boccanegra acquisì a
Genova
il dominio della
Corsica
, in rivalità con
Pisani
e
Aragonesi
.
Trovò occasioni di alleanza con
Venezia
contro i Turchi e fece sposare sua figlia a
Luchino Visconti
.
La morte
La sua politica spesso spregiudicata provocò molta ostilità nei suoi confronti negli ambienti genovesi e fu fatto oggetto di molte congiure, fu forse una di queste a causare la sua morte improvvisa nel
1363
.
Opere ispirate a Simon Boccanegra
Alla figura di Simone Boccanegra si ispira il libretto operistico di Francesco Maria Piave musicato da Giuseppe Verdi nel
1857
.
Vedi anche:
Dogi di Genova
Note:
1.
Mariano Bargellini - Storia popolare di Genova, cap. XXIII
2.
Mariano Bargellini - Storia popolare di Genova, cap. XXIII
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